Genetica, emarginazione, ansia e depressione. Cause e effetti della dipendenza patologica dal gioco raccontata dallo psicoterapeuta Gary Lange, uno dei luminari nello studio della ludopatia.
Per alcune persone il gioco d’azzardo è un divertimento occasionale, per altre è un vizio che ha molteplici effetti negativi nelle loro vite. Abbiamo tradotto un’intervista rilasciata dottore Gary Lange, uno tra i luminari nello studio della ludopatia e i suoi effetti, per aiutarci a comprendere il fenomeno della dipendenza dal gioco.
Buongiorno Dottor Lange, ci racconti un po’ del suo percorso professionale?
“Sono un terapeuta matrimoniale e familiare laureatosi all’università di Rancho Mirage (California), dove mi sono specializzato nel trattamento dei giocatori con problemi di dipendenza e delle loro famiglie. Inoltre ho aiutato anche altri terapisti nella fase formativa per aiutare i giocatori d’azzardo patologici”.
Quali sono i segnali nell’uomo della dipendenza patologica del gioco?
“Uno dei principali segnali è senza dubbio il ‘chasing one’s losses’. In parole povere, indica quella persona che dopo un’ingente perdita di denaro nel gioco ritorna nel luogo del misfatto per recuperare le sue perdite. Allo stesso modo in alcuni soggetti si manifesta con l’insistenza nel cercare a tutti i costi la grande vittoria. La perdita di controllo, i problemi finanziari e di relazione, le preoccupazioni, la necessità di scommettere maggiori quantità di denaro e il desiderio di evadere dalle emozioni o dalle pressioni sono altri palesi sintomi”.
Quali sono le persone che sono maggiormente predisposte a sviluppare dipendenza dal gioco d’azzardo?
“Le persone che hanno dei casi di dipendenza ludica in famiglia, gli emarginati o tutti coloro che hanno poco rispetto del denaro sono maggiormente predisposti a sviluppare problemi legati al gioco. I soggetti ansiosi, depressi e isolati sono sempre tra i più suscettibili. Le persone che sono impulsive e che non godono di un supporto familiare e specialistico sono inoltre le più vulnerabili”.
Che tipo d’impatto presenta la dipendenza del gioco nella vita delle persone?
“Dipende dalla gravità della relazione negativa con il gioco, e nei casi più gravi può avere conseguenze devastanti. Per esempio, immagina di svegliarti una mattina e avvertire il desiderio di fare qualcosa di molto importante per te e non avere neanche un euro in tasca. Il tuo conto corrente e tutti i tuoi averi sono ormai ridotti al lumicino. La tua carta di credito è completamente vuota e nessuno tra tuoi familiari o amici vuole parlare con te o alimentare il tuo credito. La tua famiglia ti ignora e hai perso il lavoro. Una volta di più avverti quel desiderio incontrollato di giocare per alleviare le emozioni negativi. Ti sembra che l’unica via d’uscita sia il suicidio. Queste è un esempio estremo di dipendenza del gioco e, fortunatamente, la maggior parte dei giocatori con problemi possiede tuttavia alcune risorse e un certa capacità di fermarsi sempre al momento giusto”.
Che tipo di aiuti sono disponibili per tutti coloro che soffrono della dipendenza dal gioco d’azzardo?
“Fortunatamente, molti psicoterapeuti sono esperti nel trattamento delle dipendenze e stanno apprendendo alcune tecniche per aiutare i giocatori. Una delle terapie più adatte è quella di parlare delle proprie paure e problemi connessi in gruppi di giocatori anonimi o di supporto. Altri trovano aiuto nelle consulenze online, soprattutto quando non si tratta di gioco d’azzardo online. La dipendenza del gioco è un fenomeno progressivo, pertanto chiedere da subito un aiuto incrementa le possibilità di uscita dal problema”.
Qual è l’ultimo consiglio che ti piacerebbe dare a tutti coloro che soffrono di tale problematica denominata Ludopatia?
“C’è sempre una speranza e un aiuto per risolvere il problema. Il consiglio principale è informare giocatori dipendenti e non sui rischi che si corrono. Una moltitudine di persone si sono occupate con successo di ludopatia e problemi simili, e gli interventi sono cresciuti notevolmente negli ultimi anni vista la parallela crescita dei casi clinici. Scendere a un compromesso per ottenere un risultato positivo è la strategia giusta da perseguire”.