L'emergenza Covid-19 ha drasticamente modificato il modo di vivere delle persone. E anche il modo di intrattenersi del prossimo futuro potrebbe subire dei mutamenti. Ma in che modo? Sergio Brancato, giornalista e docente all'Università di Napoli Federico II che da oltre vent'anni si occupa di media, società e cultura di massa e fumetto, ha provato ad analizzare la situazione e ad ipotizzare probabili scenari. Le sue parole pongono principalmente l'accento sulle scelte relative al consumo, sottolineando la possibilità di non godere di ottimi risultati e di dover rinunciare a “conti salati”.
“Come ogni evento traumatico, anche la pandemia produrrà effetti a breve e a lunga scadenza. Nell'immediato, direi che il primo effetto sarà di ordine economico, con la messa in crisi del sistema storico dell'entertainment, quello ancora basato sulle strategie e le infrastrutture, principalmente pubbliche, delle comunicazioni di massa: le sale cinematografiche, i teatri, le librerie (soprattutto quelle più piccole), eccetera. Qui vedo molto pesanti gli effetti della crisi, specie se queste realtà non saranno sostenute da interventi istituzionali. Sulla scorta di quanto stiamo vivendo in questo periodo di clausura, direi che si svilupperà sempre di più il consumo di 'rete' dei prodotti culturali, anche se possiamo prevedere una reazione diffusa a recuperare gli spazi aperti, esterni alla dimora, e le pratiche che coinvolgono il corpo, fin qui penalizzato dal lockdown. In breve, questa crisi ci ha fatto sperimentare le potenzialità del web ma anche, letteralmente, i suoi limiti.
Molto dipenderà dalla coda della pandemia, da come sapremo affrontarla sul piano delle strategie scientifiche e dei comportamenti sociali. Credo che per un periodo la paura orienterà abbastanza le pratiche del loisir (tempo libero), e forse farà maturare nuove culture dell'interazione sociale basate sul concetto di blended (mescolanza).
Probabilmente in molti sceglieranno l'Italia per le vacanze, specie per i prevedibili problemi operativi legati ai viaggi all'estero oltre che per il diffuso sentimento di precarietà che spinge verso ciò che è familiare. Ma l'impatto sul rilancio dei luoghi pubblici dell'intrattenimento dipenderà anche dalla politica dei prezzi praticati dagli esercenti. Il bacino d'utenza potenziale dopo la pandemia si è ristretto, la crisi economica peserà sulla voglia di ritornare ai consumi che definiscono l'esperienza più gratificante dei vissuti. Se gli imprenditori della vacanza e del gioco non comprenderanno questo, compiendo scelte anche radicali sui costi al consumo, potrebbero non godere di buoni risultati. Insomma, non è tempo per conti salati. Almeno, non dappertutto”.
Ma in che modo è cambiata la socializzazione? Brancato prova a spiegarlo:
“La socializzazione è già cambiata, attraverso l'accelerazione forzata dei mutamenti in atto da quando la rete ha riformulato l'idea tradizionale di territorio sociale. Ma di qui a pensare che cadremo tutti in un solipsismo disperato, ne corre parecchio. Il corpo ha le sue necessità e racchiude ancora gran parte del nostro esercizio empatico: a parte casi limite, non si può fare a meno della compresenza e della tattilità che ne deriva”
E l'intrattenimento domestico? Qual è il suo destino con l'arrivo della bella stagione?
“L'estate 2020 è in equilibrio tra la necessità di essere prudenti e la voglia di libertà. Credo che soprattutto i giovani spingeranno per riaprire i luoghi dell'intrattenimento collettivo, come hanno fatto sin dall'inizio della pandemia. Ma farlo senza regole e cautele sarebbe sconsiderato: chi prenderà le decisioni dovrà tener conto di tutti i fattori in gioco, trovando mediazioni praticabili che non mettano a rischio l'incolumità di tutti. In ogni caso, molti saranno quelli che preferiranno restare ancora al sicuro nella propria casa, attrezzandosi con condizionatori d'aria e device digitali per trascorrere il tempo nella maniera più piacevole. Non sottovaluterei, inoltre, il ricorso a quelle forme comunitarie, anche sul versante dei giochi online, che stanno avendo un significativo incremento d'utenza in questo periodo.
Il termine 'divertimento' nasce dal verbo 'divergere'. Quando diciamo che vogliamo intendiamo che vogliamo divergere, allontanarci dal tempo del lavoro e delle responsabilità. Cioè da un tempo controllato da altri. Per questo credo che le logiche dell'intrattenimento assumeranno in sé questa istanza vagamente sovversiva, spingendoci a mediare fra l'esigenza di trasgredire e quella di stare al sicuro. Come sempre accade, alla fine elaboreremo tutti insieme dei protocolli di comportamento accettabili più o meno da tutti, facendo attenzione a ciò che facciamo, ma senza smarrire il desiderio di essere liberamente in connessione con gli altri nella leggerezza assai seria del gioco”.