Egba e LoGiCo non ci stanno: hanno inviato una lettera ai parlamentari italiani con la richiesta di rettificare il divieto di pubblicità al gioco d’azzardo. È l’ultimo atto del Governo gialloverde, con il Decreto Dignità che ha detto stop alla pubblica esposizione del gambling su tutti i prodotti mediatici.
La lettera, scritta e inviata da Maarten Haijer, segretario della European Gaming and Betting Association - associazione che ha sede a Bruxelles e che si occupa di metterci la faccia son i player di gioco online operanti - ha chiaramente interesse a salvaguardare i suoi investimenti in Europa. Con lui, anche Moreno Marasco, il presidente della Lega operatori di gioco su canale Online. “L'European Gaming and Betting Association (Egba), associazione con sede a Bruxelles che rappresenta operatori di gioco online operanti regolamentati e residenti in Europa, e la Lega operatori di gioco su canale online (LoGiCo), ritengono l'obiettivo della proposta di ridurre la dipendenza dal gioco nobile e condivisibile e desiderano porre alla vostra attenzione le proprie preoccupazioni sull'impatto del divieto e sui suoi effetti collaterali non intenzionali", questo l’esordio del richiamo dei due professionisti.
Ovviamente, il dibattito è sul divieto di pubblicità di giochi e scommesse, soprattutto su quelli con vincite in denaro, che sono stati colpiti dall’articolo 9 del decreto Dignità. “La maggior parte delle persone in Italia, come altrove in Europa, effettua scommesse online o gioca a tornei di poker per divertimento, agendo in modo responsabile - si legge -. Tuttavia, il problema del disturbo del gioco d'azzardo, stimato nell'1-2 percento dei giocatori nell'UE, è un serio problema di salute pubblica che può influenzare gravemente e negativamente i giocatori e i loro cari e certamente richiede importante ed ulteriore attenzione. È imperativo che tutti i soggetti interessati - parlamentari, regolatori, operatori di gioco, associazioni di consumatori e a tutela della salute - collaborino più strettamente e molto più rigorosamente, in Italia e altrove, a soluzioni adeguate a questo complesso problema. Tuttavia, sebbene un divieto totale di pubblicità possa sembrare una misura ovvia, è lontano dall’essere una soluzione: avrà in realtà effetti controproducenti". Dunque, in poche parole: può favorire l’allargarsi del gambling illegale.
"Un obiettivo importante della pubblicità per il gioco è informare e indirizzare i clienti italiani verso casinò online autorizzati a operare e ad osservare la regolamentazione italiana - hanno quindi proseguito le due società -. "Ciò è particolarmente vero per quanto concerne il gioco online, per il quale è stato recentemente introdotto il Registro Unico delle Autoesclusioni dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli (Adm), che consente a qualunque cittadino italiano di escludersi dal gioco d’azzardo legale, inibendo automaticamente l’uso dei propri conti gioco, nonché nuove aperture, presso i concessionari Adm. Senza pubblicità, il gioco d'azzardo del mercato illegale non farà altro che prosperare: i consumatori italiani non saranno informati o guidati verso siti web autorizzati in Italia ed allontanati invece da operatori privi di concessione Adm - incrementando la quota di clienti italiani che accedono a siti Web non sono autorizzati in Italia. A seguito di un divieto totale sulla pubblicità del gioco, più giocatori italiani giocheranno su siti web che non offrono le medesime tutele previste per la protezione di consumatori italiani, al di fuori del perimetro e dell'influenza dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli e dei fornitori di assistenza sanitaria".
Il dibattito sul ruolo della pubblicità non ha luogo solo in Italia.
In tutti i Paesi europei vi sono regole e restrizioni sulla pubblicità del settore. La stessa Commissione Europea ha emanato una Raccomandazione agli Stati membri intitolata 'sui principi per la tutela dei consumatori e degli utenti dei servizi di gioco d'azzardo on line e per la prevenzione dell'accesso dei minori ai giochi d'azzardo on line', contenente raccomandazioni specifiche sulla regolamentazione della pubblicità. È importante sottolineare quanto la Raccomandazione afferma: 'La comunicazione commerciale dei servizi di gioco d'azzardo online può svolgere un ruolo importante nel canalizzare i consumatori verso un'offerta che autorizzata e regolamentata'. Il ruolo della pubblicità per informare, guidare e proteggere in ultima analisi il consumatore è fondamentale, è anche per questo motivo che nessun altro Stato membro dell'Ue ha introdotto un divieto totale di pubblicità; piuttosto sono state previste misure specifiche per limitare la pubblicità, al fine di proteggere i minori e le persone vulnerabili dall'essere presi di mira o soggetti alla pubblicità".
Nella conclusione vengono stabilite alcune linee guida per la pubblicità responsabile: “Egba e LoGiCo sostengono fortemente le misure volte a reprimere la pubblicità irresponsabile del gioco d'azzardo al fine di proteggere i consumatori, in particolare i minori e coloro che sono vulnerabili. Tuttavia, siamo convinti che un divieto totale della pubblicità non raggiungerà gli obiettivi prefissi e spingerà i consumatori italiani verso un mercato non regolamentato e non tutelante. Piuttosto che discutere un divieto completo di pubblicità, chiediamo al Parlamento ed al Governo italiano di discutere su modi e misure specifiche per proteggere al meglio persone vulnerabili ed i minori dalla pubblicità aggressiva ed ingannevole. La regolamentazione della pubblicità dovrebbe essere supportata da studi e ricerche scientifiche, come già avvenuto in altre giurisdizioni europee (e.g. Studio della Uk Gambling Commission – Young People and Gambling, 2016). Questo è un dibattito importante in cui gli tutti gli operatori online, ivi compresi coloro che sono rappresentati da Egba e LoGiCo, dovranno assumersi le proprie responsabilità. Siamo pronti a farlo.
Chiediamo pertanto il vostro sostegno per emendare il decreto Dignità, rimpiazzando il divieto totale sulla pubblicità con misure specifiche, finalizzate a garantire la protezione di persone vulnerabili e dei minori".