A causa del lockdown generale che ha, da più di un mese, imbavagliato l'Italia, come è noto sono state chiuse sale scommesse, da bingo e tutte le attività legate al gioco terreste. Anche i concorsi a lotteria dell'ADM. Il tutto a vantaggio del gioco online, - a tal proposito vi invitiamo a leggere il nostro ultimo numero di Gambling Analytics 2020 - che ha visto subito un aumento del suo bacino, senza però decollare in termini di fatturato. Simbolo, questo, di un probabile spostamento dell'utenza verso l'altro mondo del gioco, quello illegale.
Più di una ipotesi, secondo Moreno Marasco, numero uno di LoGiCo, associazione che rappresenta la maggioranza degli operatori di gioco online ( Bet365, Betfair, bwin, Kambi, Kindred Group, StarCasinò, SportPesa, Tombola, the Stars Group, William Hill). In una intervista rilasciata ai microfoni de La Stampa, Marasco ha fatto il punto della situazione sottolineando come l'allarme della Polizia sia più che giustificato. “Tra febbraio e marzo – sostiene Marasco – l'online non ha rilevato alcuna crescita significativa in termini di volume”. Insomma, aleggia lo spettro del gioco illegale. Che, si sa, è il perfetto contrario del gioco legale, dove è necessaria l'apertura di un conto di gioco e il rispetto della normativa italiana, comprendente anche il blocco delle pubblicità, sguinzagliate invece sulle piattaforme non autorizzate sul mercato italiano.
Il gioco online, nel mercato italiano, rappresenta solo il 9% del totale. Percentuale che sarebbe dovuta aumentare con il lockdown generale ed invece, sottolinea Marasco, il fatturato è fermo e non registra alcun incremento di rilievo. Segno inequivocabile che i giocatori hanno cominciato a spendere di meno o, di traverso, stanno esplorando un altro mercato, illegale e di non facile identificazione, dove non esiste una certificazione ferrea e molto stringente, concessa e verificabile dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
“Siamo l'unico presidio di legalità in questo momento, l'unica garanzia di una serie di tutele per i cittadini, il gioco illegale si fa beffe di una serie di norme e divieti” – denuncia Marasco. Non manca, nelle sue parole, anche un attacco alle normative del Decreto Dignità che vietano la pubblicità, aprendo difatti le strade all'illegale: generalmente il proibizionismo, nel gioco come in altri settori, non è una soluzione. E le mafie, cosa altrettanto vera, hanno individuato nel gioco uno dei nuovi canali illegali per loschi affari, come testimonia anche un nostro report sul doppio volto del gioco in Italia. Per cui assicurare la distinzione tra due universi agli antipodi sarebbe il minimo ma, per Marasco, non è il momento di parlare del divieto della pubblicità. Piuttosto, superata la fase di crisi, occorrerebbe rivedere detto divieto in un tavolo col Governo.
“Noi non vogliamo tornare nella medesima situazione di due anni fa, ma una seria disciplina, che regoli fortemente la qualità degli spot. È ciò che serve nell'interesse di tutti” – ha concluso.