Il 2015 sarà ricordato come l’anno della consacrazione del gioco legale, in attesa che la sanatoria presente nella nuova legge di stabilità apra le porte a nuovi operatori regolamentati.
Tra le principali azioni portate avanti dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli annoveriamo l’accordo bilaterale con le principali software house finalizzato a contrastare più efficacemente il segmento ‘dot com’. L’accordo consiste in una sorta di embargo nella distribuzione dei giochi per quei siti che non hanno una licenza in Italia ma che si rivolgono lo stesso a una clientela italiana.
Francesco Rodano, responsabile dell’ufficio gioco a distanza dell’Adm, illustra i dettagli di questo “accordo” e quali potrebbero essere gli ulteriori sviluppi. “Non si è trattato di un vero e proprio accordo, - afferma Rodano - quanto piuttosto una manifestazione di disponibilità delle software house ad aiutarci nel contrasto agli operatori illegali. Tra l’altro, appariva quanto meno paradossale che gli stessi identici giochi di casinò fossero accessibili sia sul mercato legale che attraverso operatori non autorizzati, i quali beneficiano di un’imposizione fiscale decisamente più vantaggiose e di meno vincoli regolamentari. Le software house si sono rese conto che se non avessimo efficacemente recuperato il gioco off-shore, il modello italiano di regolazione dei giochi online sarebbe stato seriamente a rischio di fallimento. Non ha senso, infatti, chiedere ingenti investimenti agli operatori di gioco per l’ottenimento e il mantenimento di una concessione, se poi tutti i giocatori continuano a rivolgersi altrove. E, qualora il nostro modello non funzionasse, le tante giurisdizioni straniere che stanno guardando all’esperienza italiana per capire se e come regolamentare il gioco online probabilmente rinuncerebbero, privando proprio quelle stesse software house di future possibilità di sviluppo”.
Quali potrebbero essere gli ulteriori espedienti per abbattere definitivamente le piattaforme dot.com? Rodano spiega che “L’unico modo efficace per contrastare efficacemente il mercato illegale è quello di rendere quello legale competitivo, in termini di varietà di prodotto, di prezzi per i consumatori, di esperienza di gioco in generale. L’esperienza italiana ha dimostrato che, quando questa condizione si verifica, i giocatori tendono a preferire l’offerta legale, in quanto percepiscono il controllo sui giochi esercitato dallo Stato come un valore aggiunto e una garanzia. Nel gioco forse stiamo assistendo a un fenomeno di ‘legalizzazione’ simile a quelli che si sono verificati in altri ambiti, come è accaduto ad esempio con Spotify o Netflix, il cui avvento ha portato a una riduzione sensibile dei download illegali di musica o film”.
L’Agenzia dei Monopoli e delle Dogane sta cooperando con l’Unione Europea per estendere negli anni a venire la liquidità internazionale. Nello specifico si tratta di un modello organizzativo che si applica a tutti i giochi da casinò che prevedono qualche forma di partecipazione di più persone contemporaneamente: poker, bingo, betting exchange e certamente anche casinò games, ad esempio per i jackpot, che sono alimentati da più giocatori, o per quei giochi che nascono come multi-utente, penso ad esempio alla roulette o al blackjack con live dealer”.