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Gioco d'azzardo e fiscalità: il precario equilibrio della "giusta" tassazione

Presentato pochi giorni fa a Roma il paper di I-Com “La sfida di una fiscalità sostenibile per lo sviluppo e l'innovazione del gaming in Italia” promosso da IGT. La direttrice dell'area innovazione di I-Com Eleonora Mazzoni ha delineato il quadro del settore del gioco pubblico che, negli ultimi 15
Gioco d'azzardo e fiscalità: il precario equilibrio della "giusta" tassazione

Presentato pochi giorni fa a Roma il paper di I-Com “La sfida di una fiscalità sostenibile per lo sviluppo e l'innovazione del gaming in Italia” promosso da IGT.

La direttrice dell'area innovazione di I-Com Eleonora Mazzoni ha delineato il quadro del settore del gioco pubblico che, negli ultimi 15 anni, è stato protagonista di un'enorme crescita: la raccolta è passata dai 35 miliardi di euro del 2006 a circa 111 miliardi nel 2021, anno in cui si è altresì verificata una crescita del 25,9% rispetto al precedente 2020.

Una crescita che, tuttavia, non sembra esser stata accompagnata da un'adeguata normativa di riferimento, viste le carenze tuttora riscontrabili e le disuguaglianze territoriali che dominano la penisola.

Il Paese, come ormai noto da anni, risente della mancanza di un testo unico che regolamenti la materia del gioco pubblico, soprattutto in virtù degli importanti cambiamenti di cui è stato oggetto negli ultimi anni.

Che riguardano sia la pandemia di Covid sia gli sviluppi tecnologici e digitali, che hanno portato ventate di innovazione nel settore e che continuano incessantemente a proporre nuovi quesiti, il più pressante dei quali riguarda le criptomonete.

Mazzoni ha sottolineato come si rilevi ancora la necessità di intervenire su due fronti: da un lato contemperare le esigenze di tutela della salute pubblica e di sostegno alla legalità, dall'altro a sostegno del rilevante peso del settore, fonte stabile di gettito erariale per l'Italia.

Giochi: tre tipi di tassazioni

Sul tema, il paper distingue le diverse modalità di tassazione a cui sono soggetti i diversi intrattenimenti: PREU, imposta unica e tassa sulle vincite.

Diverse modalità che prevedono aliquote differenti a seconda dei tipi di gioco e che possono variare nel corso del tempo, come è avvenuto al PREU - che si applica ad AWP e VLT - nel corso degli anni dal 2018 ad oggi, non senza polemiche nel settore.

L'imposta unica è invece applicata ai giochi numerici a totalizzatore, ai giochi a base sportiva e ippica, scommesse su eventi virtuali e simulati, bingo e giochi d'abilità a distanza, giochi di carte, giochi di sorte fissa e giochi da casinò.

Anche in questo caso, le aliquote variano di gioco in gioco e in base alla modalità prescelta, ossia se gioco retail o gioco attraverso casinò online ADM.

La terza modalità è la tassa sulle vincite che vengono conseguite su determinate tipologie di giochi, fra cui videolottery, giochi numerici a totalizzatore, lotterie nazionali a estrazione istantanea per le vincite sopra ai 500 euro, nonché al Lotto, a cui viene però applicata un'aliquota inferiore rispetto a quelli precedentemente citati.

Una maggiore tassazione funge da deterrente?

Uno dei dibattiti più focosi del settore riguarda proprio la tassazione e la sua eventuale funzione deterrente.

La letteratura empirica concorda nella stima dell'elasticità della domanda in valori superiori all'1. Questo significa che la domanda dei giochi (analizzata mediante il dato della raccolta) reagisce più che proporzionalmente alle variazioni di prezzo, con valori dell'elasticità che raggiungono un massimo di 3,21 in base alla diversa tipologia di giochi.

Dunque, aumenti di prezzo connessi a misure restrittive che acuiscano la differenza fra giocata e vincita (a livello unitario) – come l'inasprimento fiscale – provocano in effetti una riduzione più che proporzionale della raccolta.

Gli effetti di questa contrazione vanno ovviamente a ripercuotersi anche sul gettito fiscale: valori molto elevati dell'elasticità possono portare a riduzioni più che proporzionali rispetto alla riduzione della domanda e contribuire pertanto a uno spostamento dei consumatori verso il canale illegale.

Lo studio affronta un parallelismo molto utile all'interno dello stesso canale di gioco legale: non è un caso che lo spostamento da giochi a payout più bassi verso giochi con payout più alti sia avvenuto contestualmente alla rottura della relazione lineare fra raccolta ed erario, nel periodo 2006-2016.

Un nodo cruciale quello della fiscalità nell'ambito del gioco pubblico, che deve essere però affrontato con cura e valutando tutti gli aspetti a 360 gradi, onde evitare effetti boomerang e risultati diametralmente opposti a quelli sperati.

Pasquale Giacometti

Ruolo: Redattore

Giornalista pubblicista esperto in calcio e scommesse sportive. Collabora in pianta stabile con la nostra redazione di Gaming Report e con due quotidiani online dedicati al Napoli e al football italiano. Specializzato in podcast, contenuti multimediali e social network.

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