Le scommesse illegali continuano ad essere uno dei problemi maggiori presenti in Italia. Secondo uno studio svolto da Ipsos Luiss riferito al 2023, attualmente nel nostro Paese ci sono 4,4 milioni di giocatori in canali illegali, ovvero il 17% su 21 milioni di scommettitori. Il fatturato di questo settore è di circa 1,9 miliardi. Le perdite a livello erariale corrispondono a circa 1 miliardo.
Una delle principali cause del boom dell'illegalità è il Decreto Dignità. Infatti, la mancanza di una comunicazione adeguata sul mondo del betting, ha finito per generare confusione nei giocatori, incapaci di riconoscere le piattaforme legali.
Proprio delle scommesse illegali ha parlato il Ministro dello Sport, Abodi, durante un'intervista ad Agimeg.
L'opinione di Abodi
Il Ministro dello Sport, Andrea Abodi, nel corso di un'intervista ad Agimeg ha fatto il punto sulla situazione relativa al gioco illegale. Secondo la sua opinione, è necessario perseguire le scommesse illegali, ma, soprattutto, «rendere socialmente utili le scommesse legali». Da tempo Abodi è un fautore del ripristino della pubblicità sull'azzardo «perché secondo me l’informazione è determinante. Attraverso la comunicazione può passare anche il messaggio sul tema delle dipendenze, argomento tutt'altro che secondario».
Altro tema toccato dal Ministro è quello relativo al sostegno economico per tutelare i giocatori: «Credo che destinare una parte del significativo volume economico generato dall'azzardo alle infrastrutture sociali oltre che alle organizzazioni degli eventi sia un fatto opportuno». Il Ministro ha sottolineato che tale aspetto è ormai sviluppato in tutta Europa, aggiungendo come «Il dato fondamentale è quello di contrastare le scommesse illegali che alimentano l’economia criminale e quello di promuovere il gioco sicuro e responsabile».
L'ultimo tema affrontato è stato quello relativo alla guerra tra gli operatori di gioco e gli Enti Locali che spesso mettono in atto politiche proibizionistiche in tema di gioco pubblico.
Il Ministro ha voluto mettere in risalto la necessità di un dialogo tra le parti per migliorare la situazione sociale attuale. «Cercheremo di collaborare con l’Anci e i Comuni per trovare una soluzione ragionevole su questo tema. D’altro canto ci sono delle concessioni pubbliche quindi è un argomento che non può essere eluso o necessariamente contrastato, ma va gestito».
La mossa di Lotito per cancellare il Decreto Dignità
Negli ultimi giorni, il Senatore di Forza Italia e presidente della Lazio, Claudio Lotito, ha presentato un emendamento per cancellare il Decreto Dignità. Si tratta del secondo tentativo da parte di Lotito di modificare una legge che continua a creare problemi.
In particolare con l'emendamento si vuole intervenire su un punto preciso del Decreto Dignità. Si chiede infatti di togliere dal testo le parole «anche indiretta» riferito appunto alla sponsorizzazione del betting. Cancellare queste due parole permetterebbe di riportare sulle maglie delle squadre di calcio le agenzie di scommesse, un affare che ad esempio frutta alla Premier circa 84 milioni.
Attualmente, infatti il Decreto vieta «qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro, comunque effettuata e su qualunque mezzo, incluse le manifestazioni sportive, culturali o artistiche, le trasmissioni televisive o radiofoniche, la stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni ed internet».
L'idea di Lotito trova la sponda anche del presidente della Figc, Gravina che nelle audizioni al Senato ha sottolineato «l’impatto negativo sul calcio» di tale norma.
Nonostante la sponda del Ministro Abodi, però, attualmente non si vedono aperture da parte dello Stato Maggiore del Governo. Il gioco d'azzardo continua ad essere visto ancora come un nemico da eliminare, invece di un alleato grazie a cui debellare il problema molto più complesso, dell'illegalità.