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Gioco d'azzardo: Gian Antonio Stella e un pregiudizio duro a morire

Un recente articolo dell'editorialista del Corriere della Sera, Gian Antonio Stella inerente il gioco d'azzardo, ha aperto nuovamente il dibattito su tale tematica
Gioco d'azzardo: Gian Antonio Stella e un pregiudizio duro a morire

Un recente articolo dell'editorialista del Corriere della Sera, Gian Antonio Stella inerente il gioco d'azzardo, ha aperto nuovamente il dibattito su tale tematica. Stella ha usato parole forti contro l'azzardo e le ha ribadite in una recente intervista al direttore di Agimeg Paolo Felici.

Cosa è emerso dall'articolo di Gian Antonio Stella?

Gian Antonio Stella ha aperto il suo editoriale sull'azzardo parlando di «Stato indifferente» ai temi dell'azzardo e della ludopatia. Nel corso del suo pezzo, il giornalista ha anche usato il termine di «Stato biscazziere» perché pensa più all'incasso derivante da tale attività che al bene comune.

Stella arriva ad attaccare anche Regioni considerate come comuni complici «della spartizione di un po’ di incassi. A dispetto di tante nobili battaglie di vari sindaci e governatori di destra e sinistra contro lo Stato biscazziere. Pecunia non olet».

Va detto che l'articolo contiene diverse inesattezze nei numeri dell'azzardo. Il giornalista cita a sua volta un articolo della rivista online vita.it che afferma come il gioco legale ha incassato circa 150 miliardi di euro. Stella confonde la raccolta con la spesa, pratica comune tra i non addetti al settore. Ricordiamo che la spesa è il risultato tra la raccolta meno il Return to Player (ovvero il Ritorno al giocatore). Il vero dato sulla spesa è di 20 miliardi. Di questi più della metà è finito nelle casse dell’Erario. Si tratta di soldi che sono stati reinvestiti nel bene comune.

Stella cita anche altri dati a suo dire preoccupanti. Il primo è quello che riguarda il gaming online post pandemia che ha avuto un balzo del 128,6%. Il secondo riguarda il tempo speso a giocare. Come si legge, infatti «il gioco malato ha portato alla perdita nel 2023 di 130 milioni di giornate. Pari a un terzo di quelle che gli italiani dedicano alle vacanze».

Il faccia a faccia tra Agimeg e Gian Antonio Stella

L'intervista concessa ad Agimeg è servita a Gian Antonio Stella la sua posizione di forte contrarietà all'azzardo. Quando il direttore di Agimeg, Paolo Felici, gli ha fatto notare il fatto che nel suo pezzo abbia confuso raccolta e spesa e che gran parte di quest'ultima sia andato nelle casse della Stato per essere reinvestito la risposta è stata lapidaria: «Trovo che sia un modo molto sbagliato per raccogliere i soldi».

Lapidario, Stella lo è anche quando gli viene fatto notare come l'industria dell'azzardo riguardi 120.000 persone dirette e arrivi a 200.000 con l’indotto. Il giornalista afferma che «Secondo me il gioco d’azzardo è un errore e mi dispiace che lo Stato italiano faccia il biscazziere».

Il giornalista si dimostra dunque assolutamente contrario all'azzardo in ogni sua forma, arrivando ad attaccare l'Inter (società di cui è tifoso) per la recente sponsorizzazione con Betsson e stigmatizzando perfino il settore legale.

Stella arriva a negare perfino che il gioco legale abbia permesso di accantonare gran parte del gioco illegale. «Non è vero che prima si giocava altrettanto illegalmente. Se tu vivi a Belluno o vieni a Verbania o vivi in tante parti dell’Italia, non sai neanche dove andare a trovare i malavitosi per giocare. Credo che purtroppo la facilità di giocare abbia aumentato la platea delle persone che giocano». Secondo il giornalista «il gioco d’azzardo abbia raggiunto delle dimensioni tali da essere pericoloso» e ritiene un errore da parte dello Stato continuare a rendere legale il gioco d'azzardo al solo scopo di guadagnare da esso.

Insomma: si tratta di un vero e proprio J'accuse all'industria. Tuttavia, la scorsa conoscenza che un giornalista del calibro di Stella dimostra sulla tematica dimostra come l'informazione sia fondamentale per veicolare in maniera giusta il concetto di gioco d'azzardo.

Ciò che colpisce è che, quando gli viene chiesto perché non ritiene che una corretta informazione sull'azzardo e sui rischi che comporta serva più di un'opera di ostruzionismo al settore, Stella cita un paragone fatto da Papa Francesco: «Credo che abbia ragione Papa Francesco quando dice che le imprese del gioco che cercano di fare operazioni di convincimento, di persuasione sul gioco, si comportano come i fabbricanti di armi che poi aprono delle sottosezioni per curare i morti sulle mine antiuomo e sulle mine farfalla».

Ciò dimostra un pregiudizio insito che nega i fatti in ogni sua forma. Si può dunque affermare che è il pregiudizio il vero nemico di chi porta avanti il gioco d'azzardo a dispetto di sacrifici nella più completa legalità.

Davide Luciani

Ruolo: Redattore

Giornalista pubblicista di origine abruzzese e Copywriter da oltre sette anni. Su GamingReport mi occupo di redigere articoli sul mercato del gambling nazionale e internazionale, oltre a recensire slot machine e casinò online. Collaboro anche con delle testate sportive come Sportcafe24.com e con La Legge per Tutti, portale di diritto legato all'informazione giuridica e alla consulenza legale, commerciale e fiscale.