Lo rende noto la Direzione Nazionale Antimafia. Occorre quindi un nuovo quadro normativo e nuove sinergie per il contrasto.
C'è un dato che risulta sempre più evidente dalle relazioni della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo: i giochi e le scommesse sono al centro degli interessi tante, troppe, organizzazioni criminali. Il report semestrale della direzione investigativa, che prevedeva un focus apposito dal titolo “Mafia & Giochi”, ha sottolineato come nel periodo luglio dicembre 2019 la criminalità abbia incentivato e aumentato le mire sul gambling.
Per questo il presidente dell'Eurispes, Gian Maria Fara, ha voluto incontrare il direttore generale dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Marcello Minenna. La riunione, avvenuta lo scorso 16 luglio, aveva come obiettivo la stesura di un Protocollo d'intesa e di collaborazione tra i diversi istituti, nell'ottica di analizzare e approfondire i fenomeni legati all'evoluzione della criminalità organizzata. Che sta cambiando forma, si sta consorziando e creando alleanze, creando effetti negativi su tutto il piano economico e sociale. Perché le mafie riescono infatti a unire in maniera perfetta tradizione e modernità nei loro affari illeciti (dalle classiche rapine alle truffe online, per intenderci) e il gioco è terreno fertile per tutto questo.
Anche il secondo report, uscito lo scorso giugno, dell'Organismo permanente di monitoraggio ed analisi sui rischi di infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto sociale ed economico, proposto dal Ministro dell'Interno Lamorgese, ha evidenziato una sempre crescente attrattività del settore ludico, dove la mafia sta creando saldature tra organizzazioni criminali anche estere. La criminalità è sempre più organizzata su scala transnazionale e lo si evince anche dall'ultimo Rapporto annuale della UIF di Banca Italia, Unità Informazione Finanziaria, che si è concentrata sui giochi tradizionali come scommesse, sale bingo, casinò e slot machine, ma anche quelli online.
A confermare tutto questo sono i numeri: le segnalazioni degli operatori per operazioni sospette erano 1.053 nel 2014 e sono diventate 5.067 del 2018, con una crescita clamorosa nel 2017, quando si è registrato un +95% rispetto alle 2.600 del 2017, provenienti soprattutto dal comparto online, che ha trasmesso 4.552 segnalazioni.
Com'è possibile tutto questo? Lo spiega ancora il direttore dell'UIF, durante l'audizione presso il Comitato IV “Influenza e controllo criminali sulle attività connesse al gioco nelle sue varie forme”: il tutto è da ricercare nelle carenze nell'adeguata verifica della clientela e all'assenza di un completo quadro normativo di attuazione delle disposizioni primarie. Per questo serve fare fronte comune: Forze dell'Ordine, istituzioni di monitoraggio e controllo, aziende del settore e operatori. Solo così infatti si potrà contrastare l'accesso delle mafie nel florido mercato del gioco.