Analisi statistiche e bilanci economici sono da sempre gli strumenti più adatti per misurare lo stato di salute di qualsiasi settore. Il termometro dei casinò online ha registrato una lieve crescita del 2,2% rispetto al febbraio 2013, ma una brusca frenata rispetto al boom del +7% che questo settore ha visto maturare nel mese di gennaio 2014.
Tutta colpa delle tredicesime andate al macero o del timore di nuove tassazioni imposte dal governo Renzi? Entrambe le opzioni sono valide, ma i numeri - 19 milioni di euro spesi a febbraio nei casinò online dagli utenti italiani - restano alti e soddisfacenti. Il mondo della sale virtuali continua nella sua progressiva crescita frutto anche della proliferazione di siti web e portali dedicati a fornire informazioni sul gioco. L’accessibilità ad un target molto esteso ha determinato l’incremento in termini di giocate della sfera femminile (il 15% del totale) e alla riduzione drastica del gap tra classe sociali a reddito alto e classe media. Secondo i dati ufficiali forniti dall’AAMS il 66% dei giocatori investe mediamente nel gioco online meno di 50€ al mese. Si è passati dunque da un lusso per un’elite con grandi numeri ad un'attività per tutti, divenuta per la classe media un passatempo occasionale in cui investire una quantità di denaro non troppo elevata. Le campagne per il gioco sicuro e responsabile iniziano finalmente a sortire i loro effetti e l’intero settore gode adesso di una maggiore credibilità a livello nazionale e internazionale.
Tempo di tagli invece per i casinò dal vivo. A Saint Vincent è andata in scena una vibrante protesta organizzata dai croupier dello storico casinò valdostano contro l’ipotesi di tagli agli stipendi ipotizzati dalla direzione della casa da gioco. Lo sciopero di tutti i dipendenti si è concluso ieri notte, nella speranza che i segnali di fumo inviati dai lavoratori del settore possano modificare il piano di contenimento degli stipendi proposto dall'azienda nell'ambito di un piano di riorganizzazione e rilancio della Saint-Vincent Resort&Casinò, di cui fanno parte la nota casa da gioco, due alberghi deluxe e un centro congressi di proprietà regionale. Nello specifico l’assemblea dei lavoratori ha respinto un'ipotesi di riduzione dei costi del personale di 6,5 milioni di euro, di cui 4 milioni sulle retribuzioni. Le riduzioni dello stipendio ipotizzate variano dal 5 per cento (per paghe inferiori ai 2.000 euro) al 40 per cento (oltre i 5.000 euro).
Situazione decisamente peggiore nei Paesi Bassi, soprattutto per i dipendenti del colosso Holland Casino. Negli ultimi mesi centinaia di lavoratori della società, che oggi detiene il monopolio dei casinò in Olanda, sono stati licenziati nell’estremo tentativo di contenere i costi a causa della crisi finanziaria. I dati sono allarmanti: un lavoratore su tre della seda centrale non avrà più un lavoro, e gli interventi assistenziali legati al piano sociale non sono considerati adeguati dai principali sindacati olandesi.
Il piano di riorganizzazione di Holland Casino è finalizzato alla riduzione dei costi operativi (36 milioni di euro all’anno) e all’arginamento delle sue perdite di esercizio, riscontrate principalmente in due capisaldi del gambling olandese come Utrecht e Rotterdam.