Come si sono comportate le società di gaming durante tutto il periodo di quarantena? Una approfondita analisi è stata offerta da Jp Morgan, che ha aperto il dibattito anche sul crollo, considerando una futura ripresa mentre il domani resta sempre più un'incognita.
Nel dettaglio, cosa è successo? Con l'avanzare della pandemia, nel mondo occidentale si sono fermati prima i campionati di calcio, seguiti da NBA, Formula1 e MotoGp. Praticamente si è paralizzato, così, l'intero mondo dei bookmaker internazionali. Le scommesse online, se da un lato hanno visto una virata sugli eSports, sono poi rimaste a bocca asciutta nelle prime settimane di lockdown. Il bacino si è notevolmente ridotto, passando da un volume pari ad oltre 100.000 scommesse a poco più di 3.000.
In borsa, i titoli delle società di gaming hanno cominciato una forte oscillazione, a favore di altri titoli che invece si occupano di food o di streaming e smart working, il vero protagonista di questi primi cinque mesi del 2020.
Ma per il gioco è tempo di risalire, alla luce delle rivalutazioni subite nell'ultimo mese e grazie alle analisi di Jp Morgan. Da questo punto di vista l'azzeramento della maggior parte delle attività sono state un segnale positivo per il gioco online e per il loro mercato. Come dimostrano le grandi società britanniche, che in alcuni casi hanno raggiunto il 53% (William Hill) o il 39% come la svedese Evolution.
Gvc Holdings, proprietaria del marchio Bwin ma anche di altri, ha visto un rimbalzo fino al 29%. Gamesys Group, da par suo, è arrivata al 22%, Français des Jeux ha vissuto un autentico salto di qualità, crescendo nello stesso periodo del 14%. L'operatore spagnolo Codere, con un patrimonio in borsa di 165 milioni, ad aprile ha vissuto una crescita del 9,5%.
Per gli analisti di JP Morgan l'aspetto positivo di questo periodo è senza dubbio alcuno la sostituzione degli sport con altri prodotti come gli eSports, sempre più centrali per giocatori ed operatori. Questo apre la strada al settore delle scommesse online che, colpito come non mai, ha la più grande possibilità di ripresa, con un trend alto, quando i palinsesti torneranno alla loro normalità. Se tutto procede come ora, ovvero senza alcuna crisi macroeconomica, pure prevista, con conseguente diminuzione degli incassi a causa degli investimenti dei giocatori diminuiti.
Molto dipende dal “ritorno” alla normalità, sia in termini di offerta di gioco ma anche di eventi sportivi. In questo senso i segnali, provenienti dal Giappone, sono poco incoraggianti: le Olimpiadi di Tokyo, previste e rimandate per quest'anno, potrebbero addirittura non svolgersi nel 2021.