Il governo iraniano è il vero colpevole dell’attacco informatico al Sands Casinò di Las Vegas Il movente dell'incursione sarebbe una dichiarazione di uno degli azionisti principali di questi casinò, Sheldon Adelson, che ha proposto un attacco nucleare all'Iran per convincere gli iraniani ad abbandonare il proprio programma atomico. Parole incaute e indelicate che sono arrivate alle orecchie di informatici iraniani ai quali, come dire, l'idea di essere nuclearizzati insieme alle proprie famiglie non va molto a genio.
E’ trascorso già un anno dall attacco informatico che ha paralizzato il Sands di Las Vegas. James Clapper dell’intelligence degli Stati Uniti d’America, in un discorso davanti alla Commissione del Senato per i Servizi Armati, ha dichiarato che l’attacco è stato perpetuato da hacker assoldati dall’Iran denunciando l’episodio come un vero e proprio vandalismo informatico.
Ha inoltre aggiunto che gli hacker di paesi come l’Iran e la Corea del Nord sono personaggi davvero imprevedibili nel mondo cibernetico e in grado di portare attacchi davvero potenti soprattutto se mal guidati. "Mentre entrambe queste nazioni hanno men capacità tecniche rispetto a Russia e CIna, questi attacchi distruttivi dimostrano che l'Iran e la Corea del Nord rappresentano cyber-attori motivati e imprevedibili", ha commentato Clapper.
L’attacco è riuscito a mandare in tilt tutti i sistemi informatici del casinò compresa la posta elettronica, ma fortunatamente le componenti di maggior valore della casa da gioco americana non sono state intaccate. Con una mossa a sorpresa, gli hacker sono riusciti a risalire alla lista degli utenti, ai loro indirizzi e-mail e password, ad alcuni numeri di previdenza sociale e ad altre informazioni di identificazione, a quanto pare incoraggiando una retribuzione per i membri del personale Sands. Nonostante il fattaccio, la dirigenza del casinò ha rassicurato i propri clienti dichiarando che i dati della loro carta di credito sono al sicuro.
Si è subito ipotizzato che l'attacco fosse una trovata politicamente motivata, considerato che Sheldon Hadelson CEO della società di casinò, aveva deciso di supportare pubblicamente Israele. Gli hacker, prendendo il controllo del sito web della società, hanno caricato l’immagine di un casinò americano in fiamme riportando una foto di Adelson con il il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahue e il messaggio "Damn A, don't let your tongue cut your throat”. Si trattava di una sorta di avvertimento che in seguito ha portato all’attacco che ha fatto impazzire tutti i sistemi del casinò di Las Vegas Sands.
Nonostante gli avvertimenti dei contro hacker vicini al Segretario alla Difesa americano Leon Panetta, Clapper, ha minimizzato la possibilità di un attacco digitale disastroso al Pentagono, mentre non ha escluso che nei prossimi mesi si potrebbero verificare degli attacchi mirati ad aziende private, come quelli effettuati negli ultimi anni da Iran e Corea del Nord. In conclusione Clapper ha ipotizzato che vista la situazione di alta tensione che si sta vivendo al confine tra Ucraina e Russia, vi possono essere in futuro attacchi informatici ad opera degli hacker russi.