Alcune leggi regionali sul gioco d’azzardo patologico, approvate tra il 2012 e il 2015, hanno introdotto l’obbligo di corsi di formazione rivolti ai titolari degli esercizi commerciali che dispongono di apparecchi di gioco. In generale, i percorsi formativi si propongono di informare i vari operatori sugli aspetti patologici associati al gioco d’azzardo, ma anche istruirli su altri che ruotano intorno alla tematica: leggi nazionali e regionali vigenti, approccio al cliente a rischio dipendenza, rispetto delle normative legali e dell’ordine pubblico.
Molti di questi corsi di formazione sono già partiti lo scorso anno in alcune regioni organizzati da associazioni che operano in collaborazione con le Asl, le forze dell’ordine e i professionisti del settore. In altre, invece, saranno attivati a breve.
Andiamo ad analizzare insieme alcuni casi regionali sui percorsi di formazione relativi al gioco pubblico.
Le Regioni del sì
Emilia Romagna
In base a quanto stabilito dalla legge regionale n°5 del 2013, l’Emilia Romagna ha avviato i primi corsi nel mese di marzo 2015 in tutti i suoi territori, eccetto quello dell’Ausl di Imola.
Secondo quanto riportato da Marilena Durante della Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali, al 31 dicembre dello scorso anno, risultano essere stati attivati 42 corsi presso le Asl del territorio gestiti da diversi enti tra cui Confesercenti e Adecco. A questi hanno partecipato 800 operatori suddivisi tra titolari e preposti. Le tematiche trattate hanno ruotato intorno alla normativa del settore, la pubblicità dei giochi, aspetti legati alla dipendenza, gestione del giocatore a rischio ludopatia, servizi di cura e associazioni di auto-mutuo aiuto. Le docenze sono state affidate ai professionisti sanitari facenti parte dei Servizi Dipendenze patologiche che si occupano del trattamento del Gap e a rappresentanti di associazioni del Terzo settore con competenze specifiche che collaborano ai percorsi di cura. La parte normativa e legale è stata affidata ad esperti giuridici esterni indicati dagli Enti di Formazione.
Per il 2016, la programmazione dei percorsi formativi sarà affidata a questi ultimi che, una volta raggiunto un numero sufficiente di iscrizioni, potranno rivolgersi ai professionisti sanitari per le docenze.
Lombardia
Lo scorso anno in regione sono stati avviati 560 corsi di formazione ad opera di 60 Enti di Formazione presenti sul territorio regionale cui hanno partecipato 13.500 gestori. La Direzione Generale Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo, ha predisposto inoltre un sistema informativo sul quale vengono caricati sia i percorsi formativi che gli iscritti, allo scopo di rilasciare gli attestati regionali di partecipazione all'attività formativa e di acquisizione della competenza. Gli Enti di Formazione si stanno attivando per progettare e realizzare i percorsi formativi secondo queste ultime disposizioni regionali.
In un circuito virtuoso, non c'è dubbio, pensando al valore aggiunto della professionalizzazione ed ai risvolti anche in termini di tutela dei consumatori, attraverso rivenditori più competenti e qualificati, se solo non fosse accompagnato da una politica di radicale scomparsa del gioco (legale) dal territorio. Se infatti - come denunciano associazioni e operatori del settore -, la conseguenza di questo diktat sul gioco pubblico dovesse essere la diffusione di forme di gioco illegali, a quel punto sarebbe valso a poco il percorso formativo e professionalizzante intrapreso dagli stessi addetti ai lavori.
Puglia
Secondo quanto stabilito dalla legge regionale 43/2014 “il compito di organizzare i corsi di formazione per i gestori è attribuito ai Comuni”. Antonio Taranto del dipartimento Dipendenze dell'Asl di Bari, ha dichiarato che nell’area del capoluogo regionale “è stato attivato almeno un corso nell'ambito dei comuni Molfetta\Giovinazzo, articolato in cinque incontri gestiti da operatori Asl, Guardia di finanza, avvocati della Fondazione Antiusura, assessori al Welfare. La partecipazione al corso è stata molto scarsa perché la maggior parte dei gestori ha lamentato che i loro esercizi, spesso a conduzione familiare, non hanno la possibilità di inviare persone al corso senza prevedere la chiusura della bottega”.
Valle d’Aosta
Anche in Valle d’Aosta il compito di organizzare i percorsi formativi è affidato ai comuni. Non disponiamo, però, di dati ufficiali sulle amministrazioni comunali che li hanno previsti, ovvero l'Azienda Regionale Sanitaria Usl non ha ancora fornito un quadro generale su quelli che sono stati attivati.
Le Regioni che si attiveranno a breve
Friuli Venezia Giulia
I primi giorni di febbraio, il TavoloTecnico previsto dalla legge regionale per il contrasto del GAP, si è riunito al fine di discutere l’attivazione dei corsi di formazione per gli operatori entro questa estate.
“Con la Confesercenti abbiamo stabilito di promuovere una formazione specifica, destinata sia a quelli che hanno già sale da gioco e apparecchi sia a chi vuole averli in futuro. Ci sono state le richieste di diversi giovani che vogliono aprire un bar e installare slot al loro interno, quindi vogliamo dare loro gli strumenti imprenditoriali necessari”, è stato il filone centrale del dibattito tenutosi tra i membri del Tavolo tecnico friulano.
Toscana
Il comune di Prato ha annunciato di voler dare avvio quanto prima ai percorsi formativi per i gestori dei locali di gioco. Ricordiamo che Prato “vanta” due primati: è la provincia che presenta sul territorio la maggior quantità di sale giochi e prima per rapporto tra superficie degli esercizi con slot e abitanti.
Le Regioni che non si sono ancora attivate
Lazio
La regione ha attivato corsi di formazione per gli addetti agli sportelli di informazione e ascolto sul Gap che hanno coinvolto i Comuni dei distretti socio-sanitari del Lazio e i Municipi di Roma Capitale, ma ancora nessuna iniziativa formativa per gli operatori del gioco d’azzardo.
Abruzzo
Nonostante le continue pressioni da parte della Confcommercio di Chieti, ancora nessuna iniziativa a riguardo.
Le Regioni senza obblighi formativi
Veneto
La Regione Veneto sta pensando di rimediare all’assenza degli obblighi formativi attraverso l’emanazione di una nuova legge in materia.
Trentino Alto Adige
Con particolare riferimento alla provincia di Bolzano, l'assessore alla Sanità Martha Stocker ha recentemente dichiarato: “Le disposizioni provinciali in vigore riguardanti il gioco d'azzardo patologico non prevedono eventuali corsi di formazione per i gestori delle sale da gioco. Però, annualmente, viene elaborato dalla 'Rete dei Servizi per il Gioco d’azzardo patologico' un programma di lavoro e di interventi relativi alle priorità e iniziative contro il gioco d’azzardo patologico da attuare nell’anno di riferimento”.
Nella provincia di Trento, in riferimento alla legge emanata nel luglio dello scorso anno, sono state realizzate iniziative di formazione insieme all'Azienda Provinciale per i servizi sanitari e alle associazioni di categoria, “a favore di insegnanti, adulti di riferimento e studenti”.
Per il 2016 si prevede la programmazione di corsi di formazione rivolti a tutte le categorie presenti nella normativa e quindi anche per i gestori delle sale da gioco. “Le iniziative di formazione saranno promosse dalla Provincia Autonoma di Trento attraverso l'Azienda provinciale per i servizi sanitari”, secondo quanto affermato dall'Ufficio Accreditamento e Integrazione Socio Sanitaria.
Liguria
Le due leggi approvate nel 2012 non presentano articoli sulla formazione degli esercenti, ma nel corso del 2015 “sono stati svolti corsi per gli operatori dei servizi sociali, sono stati formati anche gli operatori di bassa soglia dei circoli Arci e delle bocciofile per fornire loro gli strumenti necessari per riconoscere i casi di Gap. Degli esercenti che gestiscono locali con apparecchi da gioco ancora non ci siamo occupati, non è previsto, ma stiamo pensando di creare un tavolo sulle dipendenze più strutturato e magari attivare un numero verde”. E’ quanto ha dichiarato Sonia Salvini dell'Osservatorio Epidemiologico Regionale delle Dipendenze.
Alcuni numeri sulla Ludopatia e sul gioco d'azzardo
- Secondo le ultime statistiche, nel nostro Paese, il numero di malati patologici è tra le 300 e 600 mila unità.
- Le stime del Ministero della Salute indicano percentuali comprese fra l’1,3 ed il 3,8 della popolazione generale come giocatori “problematici” ed un totale di giocatori “patologici” che varia fra lo 0,5 ed 2,2 %.
- Gli adolescenti sviluppano problematicità soprattutto nei confronti di scommesse sportive, poker (benché non sia un gioco di alea), lotterie. Tra le persone più anziane, invece, è più frequente la dipendenza da slot machine e da gratta e vinci.
- Molti fattori possono favorire lo sviluppo di dipendenza dal gioco: la familiarità per azzardo o altre dipendenze, la presenza di disturbi d’ansia o depressivi, la carenza di una socialità reale..
- In Italia esiste una slot ogni 150 abitanti circa, con una penetrazione che è fra le maggiori al mondo.
- Per quanto riguarda il fatturato siamo i primi in Europa e i terzi nel mondo dietro solo a Stati Uniti e Giappone. in un periodo di forte crisi economica,