Attualmente i bambini trascorrono più tempo incollati al televisore e alle console piuttosto che a giocare all’aria aperta: si è così iniziato a demonizzare i videogiochi considerati gli unici responsabili della loro vita sedentaria. È vero che i videogiochi possono provocare dipendenza e influenzare lo stile di vita dei bambini, ma bisogna anche riconoscere che, se correttamente utilizzati, apportano una serie di benefici sia per i grandi che per i piccoli.
Sono diversi gli studi che trattano dei benefici dei videogiochi riconducibili, ad esempio, ad un miglioramento delle capacità visive e uditive, della capacità organizzativa e di cooperazione, della memoria o dei processi decisionali. E non solo. Diversi ricercatori, che si sono dedicati ad approfondire questa tematica, hanno rilevato che alcuni videogiochi permettono il trattamento di infermità mentali, come la depressione o l’autismo.
Gamification: il futuro dell’educazione e della psicologia
La gamification viene relazionata con l'utilizzo di meccaniche di gioco in ambienti non-ricreativi al fine di migliorare la motivazione, la concentrazione, gli sforzi e altre abilità che si potenziano nel corso del gioco. Non si riferisce necessariamente all'uso di videogiochi, - la troviamo anche nello sconfinato mondo del gambling e dei giochi online -, e di solito è utilizzata in ambito educativo. Negli ultimi anni i buoni risultati apportati dal segmento, hanno permesso l’estensione e l’utilizzo in altri settori come la comunicazione, la psicologia e la salute. In ambito scolastico, per citare un esempio, vengono usati dei videogiochi per facilitare l’apprendimento delle tabelline: è stato rilevato che gli alunni le apprendono meglio e più velocemente rispetto al metodo tradizionale. Allo stesso modo, ricorrere ai videogiochi per esercitare le competenze di persone con dati disturbi mentali, può portare grandi benefici: accompagnati da altre terapie più tradizionali che stanno già cominciando a mostrare grandi risultati.
I videogiochi per trattare o prevenire i disturbi mentali
Ve ne sono tantissimi: in questo featured descriveremo i videogiochi implementati negli ultimi anni per il trattamento di alcune malattie.
1. Minecraft e l’apprendimento nei bambini autistici
Minecraft è un gioco di costruzione, un "mondo aperto" in cui è possibile riprodurre la vita che si vorrebbe vivere nella realtà, desiderio impossibile a causa della logistica, dell'economia o della legislazione vigente. Durante una partita il giocatore può coltivare e raccogliere tutto il necessario per la sua alimentazione, materiale per costruirsi una casa, mobili o qualsiasi cosa gli venga in mente. Inoltre, durante la notte si possono incontrare creature come ragni giganti o zombie, perciò è necessario disporre di armi nel caso si presentasse il bisogno di combattere contro queste creature.
Potrà sembrarvi una descrizione meramente ludica, ma la verità è che aiuta a sviluppare competenze quali capacità organizzative, realizzazione di obiettivi, creazione di progetti di collaborazione. Consapevoli di ciò, i creatori del gioco hanno messo a punto un server denominato Autcraft, rivolto ai bambini autistici, che possono migliorare le loro competenze sociali e la capacità di barcamenarsi giorno dopo giorno trasferendo ciò che hanno appreso nel videogioco alla vita reale. Il server è controllato da un gruppo di volontari che monitora i contenuti, ad esempio verifica la presenza di parole inadeguate, che potrebbero risultare dannosi per l'apprendimento di questi bambini.
2. Realtà Virtuale e trattamento della depressione
Secondo gli psicologi, uno dei principali problemi delle persone affette da depressione è che tendono ad essere molto dure con se stesse, incapaci di provare autocommiserazione. Si cerca di intervenire attraverso terapie che insegnano loro a compatirsi, ma prima è necessario aiutarli a provare compassione nei confronti degli altri, di modo che possano identificarsi con la persona verso la quale hanno provato questo sentimento.
Un gruppo di scienziati dell'University College di Londra e dell'Università ICREA di Barcellona ha sviluppato all'inizio di quest'anno, un gioco basato sulla realtà virtuale rivolto a persone affette da depressione, che durante il gioco devono confortare un bambino che si sente triste. Il programma è stato progettato facendo in modo che il piccolo gradualmente, si calmasse ascoltando le parole tranquillizzanti del giocatore: quando il bambino riesce a star bene, avviene uno scambio di ruoli, e quindi è lui a consolare il giocatore.
Il gioco è stato testato attraverso uno studio, impiegando un gruppo di controllo più altri due gruppi, formati da persone depresse e autocritiche. I risultati sono stati molto positivi, ed in entrambi i gruppi è stato rilevato un netto miglioramento.
3. Il programma che previene l’Alzheimer
Purtroppo non è stato ancora scoperto un modo per curare il morbo di Alzheimer. Esistono però alcuni sistemi che possono prevenire la comparsa, allenando ad esempio il nostro cervello affinché non si atrofizzi prematuramente.
Un gruppo di ricercatori dell'Università di Almería ha messo a punto quest’anno un programma per computer che cerca di prevenire la malattia attraverso giochi in cui si possono esercitare date competenze come la memoria, l'attenzione e l'orientamento. Il gioco funziona su touch screen in modo che possa essere facilmente utilizzato da persone che non sono abituate ad usare i computer, dal momento che secondo i suoi creatori, l'obiettivo principale è che possa essere usato da uomini e donne a partire dai 60 anni di età in buona salute, anche se non hanno presentato sintomi o una storia familiare che possa renderli propensi alla malattia.
Nella città di Yokohama, un centro per la terza età denominato “Las Vegas”, offre quotidianamente agli anziani l'opzione di scelta tra slot machine, giochi di mahjong e pachinko per stimolare la loro mente. Uno studio realizzato dalla Suwa Tokyo University of Science ha rivelato che il gioco d’azzardo aumenta l'attività del lobo parietale e frontale degli anziani, e migliora la loro capacità di riconoscimento, pertanto risulta essere estremamente funzionale per limitare gli effetti devastanti della demenza senile.
4. Il videogioco che cura la bulimia nervosa
Come sapete, la bulimia rientra nei cosiddetti disturbi alimentari, che porta gli affetti a placare l’ansia ingurgitando grosse quantità di cibo: assaliti dai sensi di colpa, vomitano quanto mangiato, aggravando il loro stato ansioso. Insomma, un circolo vizioso che può avere conseguenze disastrose a livello fisico e psicologico. Normalmente il disturbo viene trattato dalla psicoterapia cognitivo-comportamentale, - terapia chiave nella cura della ludopatia -, che include controlli più approfonditi basati non solo sul disturbo alimentare, ma anche sui comportamenti cognitivi sottostanti che possono aggravare i sintomi.
È anche questo lo scopo del videogioco sviluppato da alcuni ricercatori dell'Ospedale Universitario di Bellvitge, i cui risultati sono stati pubblicati alla fine dell'anno scorso. Il gioco è basato sulla realtà virtuale: i pazienti vengono condotti su un’isola e posti di fronte a situazioni che insegnano loro come gestire determinate emozioni come lo stress, la frustrazione, l'impulsività o i sentimenti negativi. Il gioco presenta inoltre un biosensore che in ogni momento misura i parametri della respirazione, la frequenza cardiaca, la reattività cutanea o la temperatura: se si rileva che il giocatore sta vivendo una situazione eccessivamente stressante, viene condotto in una zona relax nella quale gli viene mostrata una costellazione le cui stelle devono essere collegate attraverso respiri profondi.
È interessante notare che questo videogioco si è rivelato utile nel trattamento di altri disturbi come la dipendenza dal gioco d'azzardo, per quanto paradossale possa sembrare.
5. Migliorare la dislessia attraverso i videogiochi d’azione
La dislessia non è considerata come disturbo mentale grave, ma si tratta pur sempre di un disturbo neurologico che se non rilevato in tempo o trattato adeguatamente può portare chi ne soffre, a presentare problemi nel percorso scolastico o lavorativo. Per questo motivo gli esperti in materia sviluppano ogni giorno nuove tecniche per aiutare queste persone, che presentano difficoltà a leggere a causa di una alterazione dell'ordine o della forma delle lettere e che continuano a confondere destra e sinistra.
Uno dei trattamenti più curiosi è stato studiato nel 2013 da un gruppo di ricercatori presso l'Università di Padova, che hanno sottoposto10 bambini dislessici a nove sessioni di 80 minuti durante le quali dovevano giocare ad un gioco d'azione. Nel frattempo, altri dieci bambini hanno giocato ad una variante dello stesso gioco; l'unica differenza era l'assenza di azione.
Concluso il periodo di prova i risultati sono stati confrontati in una serie di test per misurare il livello di dislessia in entrambi i gruppi di bambini: è stato rilevato un netto miglioramento nel primo gruppo che si è protratto per circa due mesi Tutto ciò rafforza la convinzione di alcuni ricercatori sul coinvolgimento nella dislessia dei problemi legati alla messa a fuoco delle lettere e delle parole su una pagina. Pertanto i videogiochi di azione, in cui cambiano rapidamente gli obiettivi su cui il giocatore deve agire, migliorano la capacità di concentrarsi su un bersaglio mobile, le lettere nel nostro caso.
L’uso di tali videogiochi può rivelarsi molto utile se combinato con i trattamenti tradizionali. Naturalmente, limitando le ore di gioco per i bambini per evitare possibili problemi di dipendenza. Come potete notare, i videogiochi possono essere molto più vantaggiosi di quanto pensiamo, fino a quando però si riesce a mantenere un equilibrio che ci permette di continuare ad avere una vita al di là dello schermo. Il segreto è nella moderazione.