L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha recentemente diffuso i dati sulla spesa delle famiglie nel gioco legale riferiti al 2016 e al primo semestre 2017. Da questi risulta che la spesa complessiva per il gioco fisico e telematico è ammontata nel 2016 a circa 19,4 miliardi di euro (ovvero il 20% della raccolta, che è stata pari a 96,1 miliardi). I dati disaggregati per Comune e per tipologia di gioco hanno preso in considerazione tutti i giochi eccetto quelli relativi all'online, per i quali non è possibile stabilire delle ripartizioni territoriali.
“L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli finalmente rende pubblici i dati relativi alla spesa delle famiglie nel gioco legale; ovviamente essendo il valore nettamente inferiore rispetto ai numeri forniti nelle scorse settimane dalla piattaforma Gedi, non ha destato la stessa attenzione a livello mediatico. A conferma del fatto che è in atto un’operazione strumentale per distruggere la filiera degli apparecchi da intrattenimento: le aziende di gestione chiudono e aumenta il numero di disoccupati in Italia. E questo, evidentemente, porterà beneficio ad alcune lobby dell’azzardo”, ha commentato il presidente di Sapar, Raffaele Curcio.
Sottolinea inoltre che l’aspetto positivo è relazionato al fatto che “si parla finalmente di spesa per il gioco, ben distinta dalla raccolta”, considerando che la vera spesa del cittadino è data dal giocato meno le vincite. “Questa parte dell’informazione continua tuttavia ad essere omessa, così come si continua a tacere sul bombardamento pubblicitario relativo alle scommesse e ai giochi online, che quasi istigano al gioco d’azzardo, promettendo bonus di ingresso che attirano il pubblico, soprattutto quello minorile”, ha proseguito Curcio. Il presidente di Sapar sostiene che “questa operazione collettiva di distruzione del comparto degli apparecchi da intrattenimento è stata condotta per portare beneficio a qualcuno, per spostare l’attenzione del giocatore verso altre offerte di gioco, soprattutto quelle online, a tutela non dei giocatori potenzialmente patologici, ma a tutela degli introiti economici di alcuni concessionari”.
Commentando gli effetti dell'attuazione della legge regionale sul Gap del Piemonte ha affermato che questa ha inciso da subito “perchè ad apparecchi spenti gli incassi sono pari a zero; di conseguenza le aziende chiudono e i dipendenti vengono licenziati. Questi dati non sono passibili d’interpretazioni, ma rispecchiano la realtà dei fatti. La legge Regionale n. 9/2016 ha incrementato la disoccupazione, ridotto le entrate erariali e istigato i giocatori a rivolgersi alle offerte di gioco virtuali, magari illegali e in mano alla criminalità organizzata. Insomma un bel servizio all’intera comunità".