La tassazione sul gioco in Italia è tra le più alte al mondo e l’erario incassa oltre il 54% della spesa dei giocatori
Tra i settori soggetti a tassazione nel nostro paese, quello del gioco presenta le cifre più alte. Solo considerando il 2016, i concessionari hanno riversato nelle casse dello stato circa il 54% della spesa effettiva dei giocatori, pari a 18,5 miliardi di euro, lo 0,9% del PIL. La spesa degli italiani per il gioco, secondo Agimeg, non è stata quindi di 95 miliardi, come si leggeva erroneamente nello speciale sul gioco pubblicato da L’Espresso, ma di ben 18,5 miliardi, alla luce dei dati raccolti negli ultimi anni.
Da ciò consegue che la spesa procapite reale degli italiani nel gioco si aggira sui 372 euro all'anno, quasi un caffè al giorno, sottolinea Agimeg, e non a quasi 1.600 euro, come può apparire a una prima e superficiale analisi dei non addetti ai lavori. Inoltre, mettere a confronto la tassazione sulla raccolta del 5,5%, è il caso ad esempio delle VLT, con la tassazione di beni di prima necessità (ristoranti, teatro, affitto immobili, elettricità, gas, ecc.) non è corretto, poiché il confronto deve essere svolto sulla spesa effettiva e quindi sulle giocate al netto delle vincite. Considerando sempre le VLT, la tassazione nel 2016 si è aggirata sul 46%, mentre le slot, che L’Espresso ha definito “mangiasoldi” nell’articolo, risulta siano tassate effettivamente del 68%.
Quindi ad arricchirsi non sono i concessionari, i quali per ottenere le concessioni devono pagare una somma alla Stato sostenendo una tassa pari al 54% della spesa. Bisogna inoltre considerare che il costo di ogni acquisto effettuato dalle imprese della filiera per erogare il servizio è maggiorato del 22% dell’IVA, non recuperabile come accade in altri settori; inoltre sugli eventuali utili rimasti viene effettuata la tassazione del reddito di impresa.
Probabilmente, gli altri settori non sono soggetti a queste condizioni. Analizzando con attenzione i numeri derivanti dalla tassazione sulla spesa effettiva, emerge che il bingo riversa all’Erario oltre il 37%, i Gratta e Vinci il 55%, il Lotto quasi il 52%, il Superenalotto addirittura il 72%, le scommesse sportive il 26%. Insomma, guardando i dati è chiaro che il settore dei giochi in Italia, capace di sostenere le casse erariali con 10 miliardi l’anno, è soggetto ad una tassazione elevata, tra le più “salate” al mondo, ma nonostante ciò, possiamo contare su uno dei payout più alti in assoluto.