La riforma del gioco, portata avanti dal Governo Gentiloni, è rimasta incompiuta. In attesa della formazione del nuovo Consiglio dei Ministri, il Movimento 5 Stelle, che ha trionfato nelle passate elezioni amministrative, e che potrebbe porsi alla guida dell’esecutivo per i prossimi cinque anni, evidenzia la necessità di una uniformità normativa in materia di gioco.
“Non ritengo che sul gioco ci sia stata una vera inversione di tendenza durante il governo Gentiloni, ma si registra solo una volontà di cambiare rotta a parole,e lo dimostrano i numeri, dato che il gioco continua a crescere”, ha affermato Matteo Mantero (M5S), primo firmatario della proposta di legge elaborata nel 2017 dal M5S.
“Se andremo al governo, porteremo avanti la riforma sul gioco non sulla strada intrapresa dal sottosegretario uscente, Pier Paolo Baretta. Credo che sia un settore da rivedere in maniera concreta. Si è proceduto in questi anni al rilascio di continue autorizzazioni, senza alcun criterio”, ha aggiunto.
Alla luce dei risultati elettorali, ed in attesa della prossima investitura, il Movimento Pentastellato ha confermato la sua linea di intervento “anti-gioco” che prevede di lasciare il controllo del territorio agli enti locali, sia sugli orari che sulle distanze delle sale giochi da luoghi sensibili, e di riequilibrare la pressione fiscale su tutti i giochi, fermo restando l'obiettivo della riduzione dell'offerta. "Il mercato del gioco d'azzardo va ridimensionato dato che è diventato ipertrofico, con un aumento di ulteriori dieci miliardi di giocato solo nell'ultimo anno. Bisogna ridurre gradualmente il numero delle concessioni di gioco, non dandone di nuove e portando a scadenza quelle esistenti. Non devono esserci slot machine in ogni bar e tabacchi, ma si deve arrivare a una riduzione un po' a tutti i livelli, non solo degli apparecchi Awp, ma anche delle Vlt e del casinò online, partendo dal divieto della pubblicità”, ha chiosato Montero, ex deputato e ora senatore del Movimento 5 Stelle.
Esprimendosi in merito all’utilità di distanziometri e riduzione degli orari di gioco come misure preventive del gioco d’azzardo patologico, il senatore ha evidenziato che i regolamenti e le ordinanze emesse ad oggi dai vari Comuni si rivelano valide ma non totalmente efficaci, ragion per cui urge procedere alla stesura di linee guida nazionali su orari e distanze.
“Ci sono dei Comuni che hanno fatto regolamenti e ordinanze molto validi. Il problema è che la cosa va estesa, finché sono a macchie di leopardo non sono efficaci totalmente. Bisogna fare delle linee guida a livello nazionale su distanze dai luoghi sensibili e orari, dando così omogeneità”.
Confermando quanto stabilito nel programma anti-gioco del Movimento, “mantenere il potere degli enti locali sul settore”, “riduzione graduale dell'offerta di gioco sul territorio nazionale”, “divieto totale della pubblicità sia diretta che indiretta”, “abolizione dei concessionari”, e trattando di gioco responsabile, Montero ha ribadito che bisogna continuare sulla linea della formazione e prevenzione, già a partire dalle scuole “anche se quello che si deve promuovere non è il gioco responsabile, ma spiegare che l'azzardo può portare alla dipendenza, come fa il consumo di alcol o di fumo. Bisogna fare lo stesso per il gioco, limitandolo, ma senza arrivare al proibizionismo”.
La domanda che resta da porsi, guardando al programma pentastellato, è se i troppi vincoli imposti ai concessionari sia terrestri che online, autorizzati dallo Stato, che pagano regolarmente le tasse, non rischiano di avvantaggiare chi invece non è autorizzato e non paga tasse disinteressandosi della tutela di minori e delle fasce deboli.
“Il fenomeno oggi è troppo diffuso e l'impatto su salute e fasce deboli c'è, al di là del gioco lecito o meno. Bisogna combattere il mercato illegale, è ovvio, ma va ridimensionato fortemente quello legale”, ha concluso il senatore.