Sono ormai anni che si aspetta una nuova normativa per il settore del gioco pubblico, più volte richiesta a gran voce dai diversi stakeholder del settore e più volte promessa da legislativo ed esecutivo: per l'adempimento di questo compito è stato delegato il Governo, nello specifico il Ministero dell'Economia e delle Finanze, proprio attraverso l'istituto della Legge Delega.
Su questo aspetto ci sono diversi pareri contrastanti, soprattutto da parte delle associazioni di settore, che sostengono che un tema così articolato e complesso non possa essere gestito in autonomia dal solo MEF, ma che nella stesura del decreto legislativo dovrebbero avere un ruolo anche altri dicasteri, come quello degli Interni, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nonché dovrebbero essere coinvolti i ministri per gli Affari regionali e le autonomie, le Pari opportunità e la famiglia, le Politiche giovanili.
Effettivamente, un completo riordino del comparto deve affrontare non solo questioni di carattere prettamente economico, ma anche sanitarie, sociali, familiari e di ordine pubblico: pertanto sarebbe opportuno affrontare il tema a 360 gradi e con l'intervento di tutti i dipartimenti governativi interessati.
Dopo la promessa di un testo pronto entro fine novembre 2021, si è slittati a marzo scorso, quando Federico Freni (Sottosegretario di Stato al MEF) ha dichiarato che la proposta che il Governo intendeva sottoporre al vaglio del Parlamento era ultimata e che era stata inserita nell'Ordine del Giorno del Consiglio dei Ministri. Nell'occasione, Freni aveva affermato che “il gioco non va ucciso, ma eliminato”, accennando anche all'importanza del comparto online, configurandolo come il futuro del settore e richiamando l'importanza di un'efficace regolamentazione, a contrasto delle distorsioni illegali e a favore degli operatori di gioco sicuri ADM, che garantiscono la tutela del consumatore.
Tuttavia, secondo quanto anticipa Gioconews, l'iter della legge delega - nell'ambito del quale il Governo ha 18 mesi per l'emanazione di uno o più decreti legislativi dall'approvazione da parte del Parlamento - non sarebbe stato avviato. I continui rinvii di una nuova regolamentazione stanno aggravando sempre più la confusione nel settore, provato da indicazioni contrastanti e incoerenti, e oramai anche dall'urgenza di una normativa chiara, univoca e omogenea.
Sul punto era stata presentata, all'incirca un mese fa, un'interrogazione alla Camera da alcuni deputati del PD, rivolta al Ministro dell'Economia e tesa capire quali fossero i tempi previsti per l'emanazione del disegno di legge delega annunciato dal Governo sul riordino del settore del gioco, chiedendo inoltre se ritenesse opportuno adottare, nel primo provvedimento utile, adeguate iniziative per prorogare le concessioni in scadenza il 29 giugno 2022, per garantire continuità agli operatori, nonché alle entrate erariali.
Uno degli aspetti più impellenti riguardava proprio la scadenza delle concessioni, prevista per la fine del mese corrente: la questione è stata infine sottoposta all'attenzione delle commissioni riunite Affari costituzionali e Istruzione pubblica e beni culturali del Senato, nel contesto del disegno di conversione in legge del decreto “ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)”. L'emendamento proposto da Andrea Cangini (FI) e Tatiana Rojc (PD) è stato approvato e dunque validato la proroga al 30 giugno 2024: questo aspetto è stato temporaneamente sistemato, nella speranza che fra due anni la nuova normativa sia pronta.