La riforma del settore del gioco è un argomento di cui si parla da ormai troppo tempo. Con l'avvento della pandemia, che ha amplificato le difficoltà già presenti da tempo per gli addetti ai lavori del comparto, si è reso ancora più necessario compiere questo passo. E proprio a tal proposito, dopo le recenti dichiarazioni di Massimiliano Pucci, presidente di AsTro, sembra che qualcosa inizi finalmente a muoversi nella giusta direzione. Pucci ha infatti rivelato l'esistenza di una proposta di riforma del gioco, che verrà sottoposta a breve al direttivo.
Pucci: “Proposta di gioco che umanizzi la nostra offerta”
Massimiliano Pucci, presidente di Assotrattenimento, ha di recente rilasciato alcune dichiarazioni dopo il Comitato di presidenza dell'associazione: “Stiamo redigendo una proposta di riforma del gioco che umanizzi la nostra offerta e sia condivisibile con le altre associazioni di categoria. Stiamo cercando di mettere a sistema i quattro settori che rappresentiamo per arrivare a realizzare un proposta da presentare al Governo”.
Un elemento importante che emerge dalla proposta è la cosiddetta “umanizzazione dell'offerta”, che il leader di AsTro aveva già introdotto qualche tempo fa in una corrispondenza con Matteo Marini, chief executive officer di AdmiralYes del Gruppo Novomatic: “Il nuovo modello non potrà che partire da un processo di “umanizzazione” che trasformi le imprese, da semplici attori economici e finanziari, avulsi dalle dinamiche sociali, a veri attori del cambiamento, dentro la comunità e per la comunità. Si tratta di un nuovo modello di offerta, capace di coniugare, meglio di ora, le imprescindibili esigenze imprenditoriali con quelle di una società matura che reclama salute e sicurezza”.
La proposta considera le esigenze occupazioni, erariali e di salute pubblica
Dunque, si va verso la proposta di una riforma del settore del gioco, a cui il governo dovrebbe iniziare a lavorare a breve. Pucci ribadisce poi l'importanza della partecipazione di tutti coloro i quali sono coinvolti: “Siamo convinti che senza la compartecipazione del settore qualsiasi riforma può diventare un problema per tutti, per questo stiamo redigendo una proposta che porteremo al direttivo del 14 ottobre. Subito dopo cercheremo di avviare una serie di incontri, con la politica e con altre associazioni, per condividerla almeno nei suoi punti essenziali”.
Pucci, infine, si concede a qualche piccola anticipazione, svelando gli obiettivi principali della proposta: “Posso solo dire che si tratta di una proposta che cerca di contemperare le esigenze occupazioni, erariali e di salute pubblica. L'esigenza di una riforma c'è, e noi un'idea ce l'abbiamo. Pensiamo a una riforma che umanizzi la nostra offerta e dia risposte a quella ricerca di sostenibilità che il post pandemia sta chiedendo a tutti i settori produttivi”.