L'Europa occidentale si è convertita nell’icona del progresso per quanto riguarda la regolamentazione dell’iGaming grazie soprattutto ad alcuni paesi che hanno adottato nuovi quadri normativi riferiti al gioco online. Ciò ha contribuito in modo significativo alla crescita complessiva di questo segmento dell’industria.
In un primo momento, l'Europa orientale è rimasta indietro in termini di creazione di mercati regolamentati, ma nel corso degli ultimi due o tre anni si è potuto notare come, sempre più paesi, hanno compiuto passi in avanti verso la regolamentazione dell’ iGaming.
Il gioco online, in poco più di due decenni, si è convertito in un segmento importante della scena globale del gioco. E la sua influenza potrà solo crescere nei prossimi anni, in quanto si prevede che evolverà e cambierà solo per soddisfare la crescente domanda di giochi digitali e scommesse sportive in tutto il mondo.
Con l'Europa dell'Est, che si sta aprendo costantemente al gioco regolamentato, alcuni dei più grandi brand del settore, vale a dire, operatori e fornitori di servizi, hanno espresso un chiaro interesse ad operare nei suoi mercati locali. Tuttavia, è importante notare che le decisioni prese in ogni stato di questa parte d’Europa vengono ponderate con una certa cautela.
La ragione è legata al passato e presente economico dell’Europa Orientale. Il prodotto interno lordo nei suoi paesi è generalmente inferiore a quello dell'Europa occidentale. In altre parole, la più grande preoccupazione è se ci saranno, di fatto giocatori di valore in questa parte d'Europa. D’altra parte esiste una tendenza generale riferita al fatto che le persone giocano di più in tempi di difficoltà economiche. Percepire un reddito basso potrebbe aumentare il desiderio di migliorare la propria situazione finanziaria e il gioco può essere considerato un buon mezzo per raggiungere lo scopo. In altre parole, i mercati dell'Europa dell'Est possono rappresentare un grande potenziale che è stato chiaramente rilevato da operatori e fornitori di servizi.
Sebbene l'Unione Europea e la Commissione Europea continuano a sollecitare una certa uniformità nel modo in cui viene offerto e promosso il gioco online (e il gioco in generale), la verità è che ogni paese affronta la questione in maniera individuale.
Come accennato in precedenza nei nostri articoli, diversi paesi hanno regolamentato i mercati di gioco online negli ultimi anni. E, come si può immaginare, ognuno di questi elabora propri quadri normativi. Tuttavia, se analizziamo più in dettaglio lo stato attuale del settore iGaming a livello europeo, possiamo affermare che alcuni di questi paesi sono diventati bersagli interessanti per i principali operatori e fornitori, mentre altri hanno sperimentato un esodo di massa di quegli stessi operatori e fornitori.
Ad esempio, la Romania ha rivisto la sua legge sul gioco d'azzardo nel 2014. L'anno scorso, l’ente regolatore del gioco del paese ONJN (Oficiul Nazional Jocuri Noroc) ha iniziato a rilasciare licenze permanenti agli operatori e ai fornitori interessati. Queste azioni hanno continuato ad attrarre alcuni dei più grandi brand del settore.
La Polonia che ha adottato un nuovo quadro normativo meno di un mese fa, presenta una situazione opposta a quella della Romania. Prima di regolamentare il suo mercato, alcuni operatori come bet365, William Hill e Pinnacle, solo per citarne alcuni, fornivano i propri servizi ai giocatori locali. Tuttavia, la nuova legge, invece di creare sia per i clienti che per gli operatori un ambiente di gioco regolamentato con un’offerta attraente e diversificata, ha chiuso il mercato alle operazioni internazionali da gioco di casinò e ha imposto una tassa del 12% sul fatturato degli operatori distanza. Ciò ha portato questi ultimi a distogliere il proprio interesse dalla Polonia.
Per riassumere, l'Europa Orientale è una regione che presenta un grande potenziale quando si tratta di gioco d'azzardo online. Tuttavia, il modo in cui i mercati locali sono regolamentati e devono essere regolamentati potrebbe rivelarsi un ostacolo per la crescita del settore in questa parte d’Europa e limiterebbe la capacità di sfruttare il potenziale che è in grado di offrire.