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Focus UPB: La fiscalità nel settore dei giochi e la sua evoluzione

L’Ufficio Parlamentare di Bilancio si è occupato di analizzare la fiscalità nel settore dei giochi attraverso l’elaborazione di un Focus che “descrive l’evoluzione del mercato dei giochi e dei singoli comparti che lo compongono concentrando l’attenzione su
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Giada Benazzi
18 dic 2018
Focus UPB: La fiscalità nel settore dei giochi e la sua evoluzione

L’Ufficio Parlamentare di Bilancio si è occupato di analizzare la fiscalità nel settore dei giochi attraverso l’elaborazione di un Focus che “descrive l’evoluzione del mercato dei giochi e dei singoli comparti che lo compongono concentrando l’attenzione sulle principali problematiche di natura tributaria ed economica, anche alla luce dei recenti interventi di contenimento dell’offerta di gioco per contrastare la “ludopatia” e il cosiddetto gioco problematico”.

Nel Focus l’Ufficio ha evidenziato che nell’ultimo decenniol’Italia ha mostrato un livello di tassazione superiore rispetto agli altri paesi europei, con un gettito, escludendo il picco registrato nel nostro paese nel 2016, più che doppio rispetto a Francia e Regno Unito, e quasi quattro volte quello di Spagna e Germania.

Sebbene non sia possibile effettuare confronto sui dati della raccolta dei vari paesi, vista la mancanza di fonti, se si considera la spesa effettiva dei giocatori in rapporto al PIL, nel 2015 l’Italia si collocava, tra i principali paesi europei, al primo posto (0,8 per cento), dopo il Regno Unito (0,7 per cento), la Spagna (0,5 per cento), la Francia (0,4 per cento) e la Germania (0,3 per cento). L’Italia veniva superata dal Regno Unito solo in termini di spesa effettiva pro capite (rispettivamente circa 355 e 362 euro annui, per la popolazione adulta)”, precisa l’UPB.

Considerando che per la sua rilevanza economica il settore dei giochi costituisce una fonte importante di gettito fiscale, il documento segnala che "nel corso degli anni più recenti il giro di affari riferibile al mercato dei giochi ha conosciuto in Italia una dinamica accentuata fornendo un contributo significativo e crescente al gettito fiscale".

Quella del gioco è una delle prime industrie a livello nazionale

Il Focus riporta che sono circa 6.600 le imprese coinvolte nel settore dei giochi con ben oltre 100.000 occupati: il 20% fanno capo alla filiera diretta e l’80% a quella indiretta (punti vendita, tabaccherie, bar, autogrill, edicole). Inoltre, il giro d’affari dell’indotto del settore (costruttori di giochi e componenti elettronici, commercio dei macchinari, noleggiatori e gestori di attrezzature, ricevitorie, sale bingo, gaming hall) è quasi raddoppiato dal 2006 al 2011, mentre Sisal e Lottomatica, principali player del settore, hanno effettuato investimenti per diversi miliardi in pubblicità. In definitiva, quella del gioco si è andata affermando come una delle prime industrie nazionali.

Distribuzione regionale del volume di gioco

Raccolta pro capite (rapporto tra la raccolta e la popolazione adulta, 18-74 anni) e rapporto tra la raccolta e il reddito disponibile delle singole regioni, forniscono due informazioni interessanti. Dal primo indicatore emerge, anche se in maniera approssimativa e imprecisa, un’indicazione dell’intensità dell’attività di gioco.

L’Abruzzo è la regione che presenta la raccolta pro capite più alta (1.767 euro), seguita da Lombardia ed Emilia Romagna (rispettivamente 1.748 e 1.668 euro). Al Sud, i valori medi della raccolta risultano invece generalmente più bassi della media complessiva (rispettivamente 1.291 e 1.475 euro). Considerando il secondo indicatore, emerge un’ approssimazione della propensione alla spesa per il gioco d’azzardo. In questo caso, secondo i dati, esiste una maggiore propensione nelle regioni del Mezzogiorno, con una percentuale dell’8,3%, a fronte di una media nazionale del 7,2 e di quella del Nord pari al 6,5%. In questo caso, spicca la propensione relativamente più elevata in Campania e in Abruzzo (rispettivamente 10,2 e 9,7 percento).

Crescita del mercato dei giochi

La crescita del mercato è stata determinata dalla forte innovazione nelle modalità di gioco insieme alla diffusione di internet e alla possibilità di effettuare giocate attraverso la rete, on line e su eventi live.

I giochi più tradizionali, associati alle lotterie e alle scommesse effettuate su rete fisica, negli ultimi anni hanno fatto registrare una certa stabilità nei volumi delle giocate e nella spesa effettiva dei giocatori, ma sono i giochi online e quelli associati agli apparecchi da intrattenimento a mostrare la dinamica più accentuata. Tale modalità di fruizione, si legge nel documento, “espone i giocatori a maggiori rischi di dipendenza per limitare i quali, a giugno dello scorso anno, la L. 96/2017 ha previsto un incremento delle aliquote di imposta e ha stabilito che la riduzione del 35% del numero di nulla osta di esercizio degli apparecchi new slot (cosiddetti Awp), prevista nella legge di stabilità per il 2016, dovesse essere resa operativa in due fasi: la prima, ossia la riduzione a 345.000 nulla osta, è stata attuata entro il 31 dicembre 2017; la seconda, ovvero il passaggio a 265.000, è stato regolato con il decreto direttoriale dell’Adm del 30 marzo 2018 le cui modalità di attuazione sono state appena indicate nel successivo decreto direttoriale del 30 aprile”.

Gettito giochi

Considerando i singoli comparti del settore dei giochi si rileva che nell’ultimo decennio il gettito riferito al comparto delle scommesse è rimasto marginale.

Secondo il Focus, “la stabilità del gettito erariale sarà garantita anche nel futuro dal comparto dei giochi tradizionali (lotto, lotterie, ecc.), che negli ultimi anni sta manifestando una sostanziale stabilità nella raccolta. Il comparto scommesse, grazie al recente cambio di base imponibile (a essere tassato è ora il margine lordo e non più la raccolta) e alla sanatoria che ha portato all’emersione dei cosiddetti centri di trasmissione dati (Ctd), potrebbe invece garantire all’erario incrementi di gettito”. La nuova struttura della tassazione può, da una parte, indurre i concessionari ad aumentare il payout del gioco, che di solito porta a un incremento del volume delle giocate; dall’altra l’emersione di base imponibile dovrebbe garantire una crescita del gettito nei prossimi anni.

Negli ultimi anni il gettito è stato sostenuto anche dai continui aumenti del prelievo applicato ai giochi di nuova generazione quali Awp e Vlt. Questi ultimi, considerando che la domanda di giochi mostra generalmente una elevata elasticità al prezzo, e soprattutto la riduzione dei punti di vendita, in prospettiva, potrebbero determinare una flessione della raccolta complessiva, indebolendo la stabilità economica del comparto, che deriva da investimenti passati, intrapresi sulla base di condizioni fiscali più convenienti di tutta la filiera, e causando una riduzione delle entrate erariali, spiega l’UPB, che evidenzia inoltre come i livelli di tassazione vengono determinati anche con l’obiettivo di tutelare i consumatori: “Un aumento della tassazione, pur non massimizzando il gettito, permette di internalizzare i costi sociali causati dalle ludopatie e più generalmente associati al gioco d’azzardo. D’altra parte, nell’ambito della economia comportamentale si è dimostrato che nei casi di dipendenza dal gioco e dal fumo, una maggiore tassazione può influenzare positivamente il processo decisionale degli individui e ridurne i rischi sociali”.

Giada Benazzi

Ruolo: Copywriter e Public Relation Specialist
Specializzazione: Recensioni casinò e slot

Sono una copywriter specializzata nel settore dell'iGaming ed esperta in Big Data legati al gioco d’azzardo online. Mi occupo della redazione e revisione dei contenuti pubblicati nella sezione blog di Gaming Report, oltre ad effettuare ricerche e indagini di settore. Curo le relazioni pubbliche con i media italiani e internazionali, soprattutto in nazioni come Spagna, Francia, Inghilterra e Stati Uniti.

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