Il Coronavirus, tra le tante cose, ha costretto gli italiani a cambiare momentaneamente le proprie abitudini, ivi comprese quelle relative al gioco d'azzardo. La chiusura delle agenzie di scommesse, delle sale da gioco e dei bingo, con tutti gli esercizi commerciali comprendenti slot machine, unito al blocco dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sulle lotterie nazionali ha creato una situazione tale da spingere parecchi utenti a giocare online, in particolare sui casinò online AAMS, unica forma di intrattenimento al momento concessa. Seppur in aumento nell'ultimo mese, il gioco online è storicamente un segmento che viaggia tra alti e bassi.
In questo momento storico, grandi benefici sono arrivati a poker e casinò online: il primo, in versione torneo, nel solo mese di marzo 2020, ha registrato una spesa in crescita del +123% a fronte dello stesso mese nel 2019: i milioni sono più che raddoppiati, passando da 7,2 ai 16,1 di oggi. Tempi d'oro anche per il poker cash, che a marzo è cresciuto del +88,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, con una spesa di dieci milioni, praticamente raddoppiata rispetto ai 5,3 dello scorso anno.
Sulla falsariga del poker, anche i casinò online, che hanno spiccato il volo nel mese di marzo da poco concluso, con una spesa di 94 milioni a fronte dei 72,6 di marzo 2019: la crescita è stata del +29,5%.
Chi invece ha pagato più di altri lo scotto del virus è il settore delle scommesse sportive: a marzo di quest'anno, tra scommesse fisiche ed online, il calo è stato del 33,6%. La spesa registrata dalle scommesse è stata pari a 70,7 milioni di euro, a fronte dei 106,4 milioni dell'anno precedente. Il settore online delle scommesse sportive a marzo 2020 è andato in calo del -13,7%, con una spesa di quasi 45 milioni di euro. Su questi dati verte chiaramente il vuoto quasi totale dei palinsesti, soprattutto calcistici, dal momento che quasi tutti i campionati sono fermi e in alcuni casi, come quello belga, già finiti.
Intanto da Palazzo Chigi occhi non solo sull'emergenza ma anche sulla “riapertura” delle filiere produttive del Paese: dopo la scadenza, fissata al 13 aprile, delle misure di contenimento, potrebbero riaprire i settori agricoli e polimeccanici, per primi. Ma occorrerà vedere quanto il virus si è propagato e, soprattutto, che impatto avrà avuto sul Centro Sud. Una data spartiacque oltre la quale si potrà magari cominciare a ragionare sulla riapertura graduale delle regioni.
La settimana corrente, quella di Pasqua, è a sensazione quella decisiva per il tema riaperture: se scuole e università resteranno chiuse fino a maggio, dal Governo si ragiona sulla riapertura e mentre il PD propone una cabina di regia allargata con governo, associazioni di categorie, sindacati e opposizione, Movimento Cinque Stelle e il Premier Conte oppongono resistenza. Si tratta di una partita aperta e, ugualmente, decisiva, da cui passa il futuro di tutto il Paese e della struttura economica dello stesso. Proprio per questo obiettivo comune a tutti è impedire che una quarantena forzatamente prolungata provochi un collasso dell'economia italiana, già di per sé in ginocchio.
Anche il mondo del calcio pensa alla sua riapertura, fissata al 20 maggio ma per il segmento delle scommesse si va verso un blocco ancora più o meno lungo. Le sale slot invece sono irrimediabilmente legate ai bar e alle attività che al loro interno saranno garantite: ad ora l'ipotesi è di una riapertura graduale dei bar per una consumazione rapida, con le slot che resterebbero ancora spente. Discorso analogo anche per sale bingo e sale da gioco dove il distanziamento sociale resta di spinosa applicazione. In tutto ciò, mentre il Governo vara nuovi finanziamenti d'aiuto alle imprese, spera anche il gioco, per evitare un collasso che, questa volta, costerebbe caro anche all'Erario.