Gcore Radar: aumentano gli attacchi hacker ai siti di gioco d'azzardo online

Secondo il rapporto di Gcore Radar, gli attacchi DdoS (Distributed Denial-of-Service) sono aumentati del 46% nel primo semestre del 2024. Ricordiamo che con « attacchi DdoS» si intendono quelle minacce informatiche attraverso cui un hacker causa un sovraccarico di un sito web, un server o una risorsa di rete con traffico dannoso. Ciò causa il blocco del sistema preso di mira che non riesce a funzionare, negando il servizio agli utenti legittimi e impedendo al traffico legittimo di arrivare a destinazione.

Sempre secondo il rapporto rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, gli attacchi sono aumentati del 46%, raggiungendo l’incredibile cifra di 445.000 solo nel secondo trimestre 2024.

Il gaming e il gioco d'azzardo presi di mira

Il rapporto di Gcore ha mostrato come i settori del gaming e del gioco d’azzardo siano stati i più colpiti. Questi due settori rappresentano quasi la metà (49%) di tutti gli attacchi. Ciò evidenzia il grado di vulnerabilità a causa della concorrenza online e dell’elevata posta in gioco a livello finanziario.

Il rapporto di Gcore afferma che la potenza degli attacchi è aumentata leggermente da 1,6 a 1,7 Tbps, questo rappresenta ancora una crescente minaccia per le organizzazioni. Il numero totale di attacchi durante il primo semestre del 2024 è stato pari a 830.000, con un aumento del 46% rispetto al numero registrato nel 2023. Gcore ha anche analizzato le motivazioni che spingono a colpire i siti di gaming. Tra le più comuni cause degli attacchi DdoS c'è la volontà di assumere un vantaggio competitivo rispetto agli avversari durante i tornei e le partite online. Oltre al gaming e all'azzardo sono state prese di mira con maggior frequenza rispetto al solito le industrie di e-commerce ((7%) e dei media e dell’intrattenimento (5%).

C'è però un'industria che ha visto intensificare in maniera significativa gli attacchi informatici. Parliamo dell’industria tecnologica. In questo caso gli attacchi che sono più che raddoppiati, passando al 15%. Il settore è diventato sempre più attraente per i soggetti che cercano di distruggere le imprese che ospitano infrastrutture critiche.

Urgono contromisure

La necessità di contromisure è abbastanza evidente in questo quadro, nonostante gli avanzati sistemi già adattati dai casinò online italiani e internazionali. Per poter agire in questo senso è però prima di tutto necessaria un'analisi che spieghi il perché di certi attacchi. Una delle motivazioni che portano gli hacker a colpire il settore dei giochi l'abbiamo vista, ma quella non è l'unica. Nel settore del gioco, alcuni attacchi sono effettuati tra i concorrenti. Altri sono progettati per influenzare la monetizzazione dell’industria del gioco, che è direttamente interessata se un attacco DDoS porta il servizio di gioco offline. 

La maggior parte degli attacchi dura meno di dieci minuti, mentre la durata massima dell’attacco registrata durante il primo semestre del 2024 è stata di 16 ore. Tuttavia, questo non deve portare a credere che gli attacchi di minor durata siano meno pericolosi. Infatti, questi ultimi hanno spesso portato gli utenti ad abbandonare i servizi a cui stavano cercando di accedere con un impatto significativo sulla reputazione del marchio del fornitore.

Andrey Slastenov, Head of Security di Gcore, ha commentato così questo fenomeno: «La variabilità nella durata e nei tipi di attacchi è la riprova delle tattiche sofisticate e i metodi personalizzati che gli aggressori utilizzano per creare la massima interruzione possibile. Ciò che è chiaro da questo rapporto Gcore Radar è che gli attacchi non stanno rallentando, il che significa che una risposta decisa sotto forma di rilevamento, mitigazione e protezione DDoS deve essere una priorità assoluta per evitare interruzioni, tempi di inattività e perdite di entrate».

Dunque gli attacchi hacker sono uno dei principali problemi che le aziende di gaming devono risolvere nell'immediato per non veder vanificati i propri sforzi, oltre alla piaga del gioco illegale che attualmente muove 22 miliardi di euro annui solo in Italia.