I dati elaborati dall'agenzia specializzata Agipronews rilevano che nel corso del 2016 gli italiani hanno giocato ben 95 miliardi di euro: 260 milioni al giorno, 3.012 euro al secondo. Un incremento di 7 miliardi di euro, ossia l’8% in più rispetto agli 88 miliardi spesi nell’anno precedente. Numeri da capogiro anche per le entrate erariali: 10 miliardi rispetto agli 8,4 incassati nel 2015.
Il record assoluto del 2016 è il doppio del 2008, quando si arrivò a toccare la cifra di 47,5 miliardi, e sei volte del 1998, quando la spesa degli italiani si attestava a 24.244 miliardi di lire, pari a 15,8 miliardi di euro. Slot machine e Vlt si confermano ancora regine del gioco d’azzardo: in questi giochi è finito il 51,6% del totale della spesa, corrispondenti a 49,1 miliardi. Sulle slot sono stati “investiti” 26,3 miliardi (+1,3%), mentre nelle Vlt, dove è concesso spendere di più, 22,8 miliardi (+2,7%). Del boom dell’azzardo hanno largamente beneficiato anche le casse dello Stato: un bottino di ben 10 miliardi di euro rispetto agli 8,4 miliardi del 2015.
Analisi per segmento
Il segmento che più ha contribuito al gettito, pari al 58%, è quello degli apparecchi da intrattenimento (Slot e Videolottery) che per lo Stato hanno significato ben 5 miliardi e 850 milioni di euro. Di questi 4,6 sono stati generati dalle sole slot machine (+36% rispetto al 2015). L’incremento è da imputarsi soprattutto ai provvedimenti del governo Renzi, ed in particolare all’aumento della tassazione introdotta dalla Legge di Stabilità del 2016 in vigore dal 1° gennaio scorso: il prelievo erariale è passato dal 13% al 17,5% degli incassi. Per quanto riguarda le Videolottery, queste versano allo Stato 1250 milioni (+13%) in seguito al prelievo passato dal 5% al 5,5%. Seguono il Gioco del Lotto con 1760 milioni e il Gratta e Vinci (1375); dal Superenalotto arriva quasi mezzo miliardo di euro: 477 milioni.
L'altra faccia della medaglia
Il record di cifre riferito alla spesa ed agli incassi statali, si accompagna al record di interventi effettuati dalla Guardia di Finanza a difesa del gioco legale. In due anni e mezzo sono stati effettuati 19mila interventi e sono stati sequestrati oltre duemila apparecchi da gioco. “Tra gennaio 2014 e giugno 2016 i reparti della Guardia di Finanza hanno eseguito 19.082 interventi ispettivi, riscontrando 6.273 violazioni, che hanno permesso di verbalizzare 20.990 soggetti e sequestrare 2.244 apparecchi da gioco, nonché 4.883 postazioni clandestine di raccolta scommesse e giochi online”, ha affermato il comandante generale della Guardia di Finanza, Giorgio Toschi.
Il comandante delle Fiamme Gialle ha aggiunto che gli atti illeciti riguardanti il gioco vengono riscontrati principalmente nella manomissione degli apparecchi da gioco con vincita in denaro attraverso l’alterazione dei contatori fiscali e del flusso telematico di comunicazione della raccolta operata e attraverso l’installazione di apparecchi illegali per la raccolta a distanza di giochi online. Si tratta in quest’ultimo caso dei cosiddetti ‘Totem’, ossia apparecchi dotati di un computer che rende possibile il collegamento a Internet e l’accesso alle offerte di gioco e scommesse illegali proposte da soggetti privi della licenza per operare nel nostro paese. Un’altra forma di condotta illecita riguarda la raccolta abusiva di scommesse tramite i centri di trasmissione dati collegati a bookmaker esteri privi di concessione, o sfruttando i canali ‘a distanza’, attraverso i quali vengono aperti dei ‘conti gioco’ su siti web esteri, gestiti da operatori non autorizzati ad operare in Italia. Rientra inoltre l’offerta di gioco d’azzardo on line, riguardante il fenomeno della presenza in rete di casinò e altri siti analoghi, non autorizzati ad operare in Italia.
Toschi ha sottolineato che “in questi ultimi anni il settore del gioco è stato soggetto a una forte espansione, soprattutto grazie al recupero di spazi di mercato che una volta erano esclusivamente in mano all’illegalità. E’ per questo che la repressione del gioco illegale investe appieno la responsabilità della Guardia di Finanza, in quanto è necessario tutelare contemporaneamente più interessi, ossia: il gettito fiscale derivante dalla raccolta; il mercato, per porre un argine alla concorrenza sleale esercitata ai danni degli operatori onesti da parte di soggetti non autorizzati; e i giocatori che vanno protetti da proposte di gioco illegali, con possibili ricadute sulle fasce più deboli e, in primo luogo, sui minori”.