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Influencer marketing, norme più rigide anche per la pubblicità dei giochi

Il settore del marketing sta vivendo un momento di cambiamento abbastanza importante. Su tutti il segmento denominato Influencer Marketing, che si occupa della promozione e del marketing di prodotti o servizi attraverso persone influenti sui social media, un filone che interessa da vicino anche gli
Influencer marketing, norme più rigide anche per la pubblicità dei giochi

Il settore del marketing sta vivendo un momento di cambiamento abbastanza importante. Su tutti il segmento denominato Influencer Marketing, che si occupa della promozione e del marketing di prodotti o servizi attraverso persone influenti sui social media, un filone che interessa da vicino anche gli operatori di gioco nei paesi in cui questa tipologia di pubblicità non è vietata o soggetta a restrizioni.

L'industria dell'Influencer Marketing nell'anno attualmente in corso toccherà i 21.1 miliardi di dollari, secondo le ultime stime degli analisti di settore. Un mercato in espansione clamorosa, che si avvia peraltro verso un controllo normativo più rigido, soprattutto per i rischi legati alla commercializzazione. I controlli in UK saranno affidati all'ASA, l'Advertising Standards Authority del Regno Unito, che si premurerà di controllare i contenuti degli influencer violanti i codici di condotta varati dal CAP, il Comitato di Advertising Practice. Gli obblighi contrattuali e le politiche degli influencer sono già stati stabiliti.

L'ASA ed il CAP, assieme all'autorità garante della concorrenza e del mercato britannico hanno già reso disponibile una guida con le migliori pratiche volte a garantire la correttezza dei contenuti pubblicitari resi disponibili dagli influencer.

La guida rappresenta peraltro riferimento imprescindibile per brand e marchi impegnati in campagne di promozione pubblicitaria per il gioco d'azzardo, in particolare per casinò online e siti di scommesse sportive.

Ma cosa si intende per influencer?

La guida in questo senso è quanto mai chiara: qualsiasi persona, animale o prodotto virtualmente attivo che utilizza piattaforme di social media online. Ciascun influencer prende una nomenclatura differente in base alle piattaforme utilizzate, e la categoria si allarga anche ai blogger o agli streamers, che creano contenuti differenti sulle piattaforme, ma tanto basta per avere un quadro normativo chiaro e preciso.

Le regole principali da tenere in considerazione sono contenute nel Codice Britannico della Pubblicità non radiotelevisiva e del marketing diretto e promozionale, ma anche nella CPRs, la Consumer Protection From Unfair Trading Regulations, del 2008.

I CpRs citano tutta una serie di pratiche sleali che violano la legge, tra cui l'utilizzo di contenuti editoriali nei media per la promozione di un prodotto e operazioni simili. Rientrano tra le pratiche sleali anche le false informazioni e affermazioni o ancora la presentazione falsa di un utente come consumatore. Il codice in questione si allarga alla maggioranza degli influencer marketing ed è suddiviso in sezioni con regole che investono le materie più svariate. Si va anche a chiarire in che modo gli annunci devono essere resi riconoscibili.

Nel caso in cui un creatore di contenuti sia pagato o incentivato da un brand, va chiarito che si tratta di pubblicità. È una svolta storica: ogni creatore di contenuti, dunque, deve preventivamente chiarire che si tratta di un legame col brand e dunque di pubblicità. Il modo più semplice per chiarire? Utilizzare l'etichetta di "annuncio pubblicitario", o le sigle AD, Advert, Advertising, chiara e ben visibile alle persone che visualizzano.

Quando invece i contenuti sono di rimando a link o codici, e l'autore riceve un pagamento in base ai click dei link pubblicati o alle conversioni, - pratica molto comune per i lead legati ai bonus benvenuto dei casinò o di altri prodotti non legati al gaming -, si deve specificare che si tratta di marketing di affiliazione. Anche qui vale l'inserimento dell'etichetta. Tutto indirizzato alla chiarezza e alla trasparenza. Se un prodotto non è deducibile dal contesto, va divulgato adeguatamente. In conclusione, se un prodotto pubblicitario è tale e l'utente non ci arriva da solo, deve in qualche modo essere edotto di ciò di cui si tratta.

Pasquale Giacometti

Ruolo: Redattore

Giornalista pubblicista esperto in calcio e scommesse sportive. Collabora in pianta stabile con la nostra redazione di Gaming Report e con due quotidiani online dedicati al Napoli e al football italiano. Specializzato in podcast, contenuti multimediali e social network.

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