“La perdita netta dei giocatori, su un totale di 96,1 miliardi di spesi, ammonta a 19,5 miliardi, dei quali 10,5 incassati dallo stato e 9 dalle società di gioco; il resto viene distribuito in vincite.I 19,5 miliardi rappresentano lo 0,85% del PIL, contro lo 0,78% degli Stati Uniti e lo 0,75% della Gran Bretagna, sebbene la spesa per abitante in questi due paesi è più alta”.
Tali dati sono stati resi noti durante la presentazione del libro “Lose for life - Come salvare un paese in overdose da gioco d'azzardo” iniziativa dall'associazione Avviso Pubblico, che attraverso il contributo di alcuni tra i maggiori esperti del settore, racconta le dimensioni del fenomeno del gioco d’azzardo nel nostro paese. Secondo la ricerca l’Italia è il primo paese al mondo dal punto di vista del rapporto tra le perdite nel gioco d'azzardo e il prodotto interno lordo (PIL).
I dati:rapporto spesa-perdite
La spesa media del giocatore italiano nel gioco d'azzardo è cresciuta in maniera esponenziale tra il 1998 e il 2016. Nel 1998 gli italiani hanno giocato 12,5 miliardi di euro, nel 2016 ben 96,1, un incremento del del 668% in 18 anni. In pratica ogni italiano scommette attualmente 1.587 euro l’anno, ossia “132 euro al mese, all’incirca il costo di una spesa settimanale di generi essenziali per una famiglia media”, si legge nello studio. Se “prendiamo in considerazione solo i contribuenti, però (meno di 41 milioni di persone) la media sale a 2.357 euro pro capite, pari a 196 euro al mese, cioè l'11% del reddito medio pari a 1.724 euro al mese”.
E le vincite? Il 54% di queste va allo Stato perciò, drenando queste cifre, la perdita ammonta a 19,5 miliardi all'anno. “Si tratta di soldi che potrebbero finire nei consumi, aiutando la ripresa dell'economia. Per non parlare dei casi dove il problema diventa patologico e spinge all'indebitamento o all'usura. Insomma, nell’insieme le voci dei costi social dell’azzardo vengono stimati in 5-6 miliardi di euro”.
Da questi dati emerge che l’Italia è il primo paese al mondo dal punto di vista del rapporto tra le perdite nel gioco d'azzardo e il prodotto interno lordo (PIL) davanti a Stati Uniti, al Regno Unito, alla Spagna, alla Francia e alla Germania. “I 19,5 miliardi rappresentano lo 0,85% del PIL, contro lo 0,78% degli Stati Uniti e lo 0,75% della Gran Bretagna, sebbene la spesa per abitante in questi due paesi è più alta”. I tedeschi superano appena un terzo della quota di perdite italiane, spiega la ricerca.
In tale contesto si inserisce, prosegue il dossier, il rapporto con le mafie: “Nel corso degli anni gli interessi delle organizzazioni criminali sul gioco si sono evoluti e l’ampliamento del gioco d’azzardo legale si è trasformato in una risorsa per le mafie, anziché in un freno agli affari”, ha spiegato Giovanni Russo, Procuratore nazionale antimafia. “L’elevato volume di denaro che ruota attorno a tale settore ha da sempre contribuito ad attirare le mire “imprenditoriali” delle organizzazioni mafiose, con pesanti ricadute non solo in termini di mancati incassi da parte dell’Erario dello Stato, sottratti dal gioco illegale,ma anche sul più ampio piano della sicurezza generale dell’ordinamento e dell’inquinamento del sistema economico nel suo complesso”.