Secondo indagini rese note recentemente dalla DIA, nel gioco legale continuano a essere presenti forti infiltrazioni mafiose. Insieme alla Sicilia, Lazio e Puglia sono le regioni a maggior infiltrazione.
Il caso Siciliano è emblematico, dove le investigazioni degli inquirenti hanno riguardato la gestione di siti di scommesse sportive online, ed il fenomeno del match fixing.
Le nuove tecnologie offrono ancor di più la possibilità di infiltrazioni, a maggior ragione in ambito transnazionale tramite il ricorso a piattaforme, spesso con sede all'estero, predisposte alle frodi informatiche, completamente prive di ogni tutela che le piattaforme AAMS offrono agli utenti.
Un toccasana anche per l'evasione fiscale, come evidenziato dalle investigazioni nel primo semestre del 2019. Il tutto tramite la creazione di un sistema parallelo a quello legale, costruendo società di gaming e betting in altri paesi europei, seppur operando sul territorio nazionale.
Indagini giudiziarie hanno evidenziato, ad esempio, un'anomala concentrazione di operatori del settore, nonché di server ed altre strutture operative nell'isola di Malta. Tutta opera di Cosa Nostra.
Insomma, il rischio di infiltrazioni mafiose non riguarda solo il gioco illecito, laddove si parla di un giro d'affari da venti miliardi di euro, come evidenziato dalle stime della Guardia di Finanza e anche di recente in una serie di convegni in Emilia-Romagna sul tema del gioco e dell'espulsione del gioco illegale dalla filiera legale.
Infiltrazioni e riciclaggio a livello globale
Ad essere investito dal sistema illecito è tutto il mondo del gambling: secondo l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sono circa cinquemila gli esercizi irregolari, a fronte di settemila siti oscurati e a 2.555 macchinette irregolari.
Le strategie di Cosa Nostra tendono sempre più a pervadere il settore delle scommesse, grazie al quale le cosche possono realizzare guadagni insieme rapidi ed elevati, più di quelli ottenibili da qualsivoglia attività imprenditoriale. Nel giro d'affari rientrano le slot machine, le scommesse online, il fenomeno del match fixing, l'apertura di sale, agenzie e punti di raccolta.
Un fenomeno non esteso solo alla Sicilia ma che investe anche la Puglia, dove le cosche continuano a migliorarsi nel riciclaggio nel settore del gioco d'azzardo e delle scommesse online, come confermato dalla DDA di Bari. Operazioni similari anche in Calabria, dove la ‘ndrangheta sta cominciando ad esplorare un mercato sconfinato. E nella Regione Lazio, in particolare nella provincia di Roma, dove il riciclaggio sul gioco d'azzardo continua e si allarga al narcotraffico e al traffico di armi. Protagoniste di questo processo sul territorio della Capitale sempre le cosche calabresi, ormai gestori del tessuto economico illecito della città.
Tutto ciò, dal territorio nazionale, si estende al territorio mondiale: una vocazione, come definita nelle indagini, del crimine italiano a spostarsi su una prospettiva più ampia e che guarda al di fuori dei confini: la fine naturale di tutti gli affari legato alle scommesse, alle slot, alle sale gioco, ha un unico obiettivo e trova la sua realizzazione al traffico illegale transnazionale, dalla Francia all'Olanda, laddove esistono chiari interessi della Camorra campana.
Nessun Paese europeo sfugge a questa logica: dall'Austria, dove l'operazione “Galassia” ha confermato gli investimenti della ‘ndrangheta, alla Romania, dove il crimine organizzato italiano, a seguito della caduta del Muro di Berlino e della riapertura delle frontiere, ha utilizzato il Paese per riciclare anche tramite società rumene abusive di gioco e scommesse.
La capitale del riciclaggio infine è Malta, uno stato che con la normativa vigente favorisce le attività connesse al riciclaggio di capitali illeciti, fine ultimo delle organizzazioni mafiose, soprattutto nelle scommesse online.
Un giro d'affari sconfinato che parte dal profondo Sud fino ad allargarsi, come è noto, in tutta Europa e nel mondo. A questo circolo non sfuggono nemmeno Africa, Usa e Canada, territori battuti, storicamente, dalle cosche. E spesso, i provvedimenti da attuare o attuabili lasciano il tempo che trovano.