Un Progetto di Legge sulla promozione della salute, del benessere e sulla prevenzione primaria. Questo quanto proposto durante l’audizione dello scorso 7 novembre, presso commissione Salute dell’Emilia Romagna, da Eugenio Bernardi, vicepresidente dell’Associazione Sapar, Servizi Apparecchi per le Pubbliche Attrazioni Ricreative. Prevenzione e investimenti in materia di educazione al gioco responsabile.
Nodo della questione, stando alle parole pronunciate da Bernardi sarebbe la grande differenza con cui finora la Regione Emilia Romagna ha affrontato le diverse forme di dipendenza, fra cui l’alcolismo e il gioco patologico. Il riferimento è alla Legge L.R. 04/07/2013, n.5 e alla susseguente Delibera Giunta regionale 831-2017 che dispone la prossima chiusura e o eventuale spostamento di decine di sale da gioco delle oltre 600 censite in tutta la regione. Uno spostamento, però, quasi ovunque impossibilitato da ulteriori norme urbanistiche dei Comuni emiliano romagnoli.
Il dito viene puntato quindi sull’eccessivo paragone tra alcolismo e gioco d’azzardo. A sostegno della tesi di Bernardi ci sono i dati raccolti da Sapar tramite le richieste di accesso agli atti alle Ausl Emilia Romagna. Da questi emerge che, nel 2017, 1.500 utenti risultano in cura per il gioco patologico in senso generale, senza distinzione di tipologia di gioco con cui si è sviluppata la patologia. I dati mostrano, in sostanza, una certa stabilità rispetto agli anni precedenti, ma evidenziano inoltre che la dipendenza da alcol è mediamente dalle 5 alle 10 volte superiore rispetto a quella del gioco patologico. “L’associazione non vuole assolutamente negare e ignorare il problema del gioco patologico - ha sottolineato Bernardi - ma non è stato affrontato nella maniera corretta questo disagio: occorre educare al gioco, qualsiasi esso sia. Il vizio del gioco è antico. Proibire non risolve. Serve educare all'uso del libero arbitrio. Tutto qui”.
Secondo l’Associazione Sapar fulcro del gioco problematico è internet, luogo in cui, stando ai dati di due studi, uno condotto dall’Ospedale Bambino Gesù di Roma e l’altro dal Cnr di Pisa, il 50% degli utenti problematici azzarda. In queste ricerche è stato di mostrato come coloro che hanno un profilo simile non si limitino a praticare un solo gioco, ma dedichino la loro attenzione a diversi tipi di offerta presenti sui migliori casino online AAMS. La metà di questo tipo di utenti ha una certa assiduità a giocare su internet e la maggior parte utilizza lo smartphone, con un accesso 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Un dato fondamentale su cui basare le future politiche di contenimento del danno.
Va ridimensionata, inoltre, anche la spesa al gioco: secondo il Consiglio Nazionale delle Ricerche il 63,7% degli scommettitori non ha superato i 10 € di spesa e solo lo 0,6% della popolazione è a rischio gioco patologico, uno dei dati più bassi al mondo, mentre è in calo anche il numero di giovani che si avvicinano al gioco, con un -28,6%.
Menzione particolare spetta, nel caso della Regione Emilia Romagna, per lo stato estero della Repubblica di San Marino, all’interno del quale esercita un famosissimo Casinò. Decine di apparecchi da gioco d’azzardo, migliaia di clienti ogni mese. Quasi esclusivamente di cittadinanza italiana: un problema consistente che oltre a far aumentare la spesa media dei giocatori italiani, finanzierebbe le casse erariale di uno Stato estero mentre i giocatori patologici sarebbero curati presso le strutture italiane.
La ricetta di Bernardi quindi non è la repressione o l’espulsione di una tipologia di giochi. L’introduzione del distanziometro, varata dalla Regione, non porterebbe altro che ad un aggravio ulteriore per il settore del gioco a vincita e a quello del puro intrattenimento. Al suo fianco si sono schierati molti sindaci della zona, tra questi Fabio Pecci, primo cittadino di Noceto (PR) che ha dichiarato: “Questa Amministrazione valuterà l’opportunità o meno di promuovere iniziative al fine di richiedere la 'condanna' della Regione Emilia Romagna in merito al danno di immagine sofferto da Questo Comune, in quanto esposto a difendersi dall’azione sollevata dalla Società innanzi al Presidente della Repubblica, al Tribunale Amministrativo Regionale, Sezione di Parma, che, qualora condannato, sarà costretto allo esborso di una ingentissima somma".Su questo fronte si è attivata l’Anci, l’associazione nazionale dei comuni italiani, tramite il responsabile del Coordinamento su problematiche del gioco, Domenico Faggiani che ha criticato i distanziometri e chiede di ripartire da una Conferenza unificata.
Il presidente Zoffoli però non sembra aver gradito la relazione. La fine di questa vicenda è tutt’altro che scontata e, sicuramente, ancora molto lunga.