Nicola Porro, noto volto della televisione italiana, giornalista parecchio apprezzato, blogger, accademico, vice-direttore del Giornale e conduttore, sulle reti Mediaset, di Quarta Repubblica, ha presentato il suo nuovo libro, “Le Tasse Invisibili – L'inganno di Stato che toglie a tutti per dare a pochi”, un successo clamoroso per un libro attualmente al primo posto nella sezione “Governo” dei bestseller Amazon. La grande novità è che Porro, nella sua nuova opera, dedica ampio spazio ad un capitolo spesso bistrattato come quello del gioco pubblico in Italia, dopo che negli scorsi mesi, proprio sulle reti Mediaset, una puntata di Presa Diretta, programma condotto da Riccardo Iacona, aveva fatto storcere il naso, e non poco, alle associazioni di settore, su tutte Sapar.
Difatti, le premesse del libro non fanno che aumentarne l'interesse, già dalla presentazione: “Per anni abbiamo ritenuto le tasse, se non belle, almeno necessarie per tenere in piedi il nostro apparato pubblico e i servizi che fornisce. Poi si è teorizzato che fossero necessarie per apportare una qualche forma di riequilibrio sociale. Ci siamo però accorti che il conto da pagare era decisamente superiore alla qualità del pasto che stavamo consumando”.
Porro, con lucidità ed invidiabile visione giornalistica, ha presentato una serie di dati sul mercato e sulla sua tassazione, in Italia la più alta d'Europa (sic!), ma non si è limitato a questo: Porro ha approfondito temi di grande attualità legati all'azzardo, su tutti la ludopatia, un fenomeno ancora più bistrattato in Italia e spesso, incoerentemente, collegata al proibizionismo, altro fenomeno tutto italiano: Porro, in maniera perentoria, fa emergere il controsenso, quello che cioè nasce quando una cosa di cui si vuole vietare il consumo, spesso, col proibizionismo, vede lo stesso consumo aumentare. E tassare il gioco, sottolinea Porro, è un male soprattutto per i consumatori.
Del gioco in Italia, il giornalista Mediaset parla con lucidità, sfatando anche il mito della cifra spesa dagli italiani nel 2018: la falsa credenza, spesso alimentata dai media, viene spazzata via con i dati reali, che parlano, nel 2018, di una raccolta lorda di 107 miliardi e di vincite per 86 miliardi. In matematica, per semplice logica, ad ogni dieci euro giocati, analizza Porro, di vincita se ne ricavano solo otto. Ciò significa che i Privati, lo Stato e tutta la filiera incassano 21 miliardi ed il Fisco, dal comparto, ne recupera quasi la metà, cioè 10.
Tra gli argomenti anche quello della tassazione, arrivata addirittura ormai quasi alla saturazione, con una impennata tra il 70 e l'80%. Su tutte a pagare le conseguenze di atti politici scellerati sono AWP e VLT (ed a questo proposito, per il 2020, è previsto un nuovo aumento del PREU a decorrere dal prossimo 10 febbraio, n.d.r).
Trova ampiamente spazio anche la dimostrazione che l'aumento delle imposte e del proibizionismo siano le principali vie di alimentazione dei mercati illegali ed in tal senso viene riportato l'esempio del Casinò Campione.
La parte del libro probabilmente più interessante è quella in cui viene proposto, commentato ed analizzato uno studio dedicato alle penalizzazioni che sta ricevendo il gioco legale, includendo anche il settore dei casinò online italiani AAMS.
Delle “tasse invisibili” è chiaramente oggetto anche il distanziometro, collegato direttamente al caso del Piemonte, dove c'è la palese dimostrazione, previa attenta analisi, di come non solo si tratti di uno strumento inutile, ma finanche nocivo nella sua applicazione. Interessante anche la sezione definita “ipocrisia di stato” dove Porro, senza mezzi termini, sottolinea che lo Stato, aumentando le aliquote, provochi la morte dei concessionari, che non resistono. Siamo nel paradosso in cui l'esattore tenta di uccidere il contribuente. Lo Stato, che ha aumentato le aliquote, ha permesso alle società gestori di slot di riconoscere premi inferiori ai propri giocatori.
La chicca finale del capitolo sul gioco è quella dall'emblematico titolo “un'imposta sui battiti del cuore”, dove viene proposto un meraviglioso e geniale testo scritto più di un secolo fa da Amilcare Puviani.