L'operazione Game Over, condotta dalla Polizia di Stato e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, ha portato alla scoperta dell’esistenza di 700 agenzie di scommesse abusive. Più di 40, operanti in tutto il territorio nazionale, sono state chiuse e sequestrate. Il bottino, tra i 300 e gli 800 mila euro l’anno, veniva distribuito a famiglie mafiose.
"Una rete di agenzie di scommesse abusive, più di settecento in tutta Italia, capaci di generare profitti quantificati nell’ordine di oltre un milione di euro mensili", riporta una nota ufficiale delle forze dell’ordine.
Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse a carico di 31 accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, riciclaggio, auto riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori aggravato dal metodo mafioso, concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso, associazione per delinquere finalizzata alla raccolta abusiva di scommesse ed alla truffa ai danni dello Stato, stupefacenti e altro. Altri 29 soggetti sono indagati per associazione a delinquere finalizzata all'esercizio abusivo delle scommesse sportive e truffa ai danni dello Stato. Il Gip, non ha ritenuto sussistenti le esigenze cautelari, ma ha riconosciuto a pieno titolo la gravità del quadro indiziario a loro carico.
Dalle indagini e dall’analisi di alcune intercettazioni riferite alle investigazioni condotte sul mandamento mafioso di San Lorenzo, è emerso il legame esistente tra Cosa Nostra palermitana e Benedetto Bacchi, imprenditore del settore dei giochi (soprattutto slot machine) e delle scommesse, il quale, grazie all’appoggio di famiglie mafiose, era riuscito a monopolizzare il settore creando una rete di agenzie di scommesse abusive, “con tentativi di proiezioni internazionali finanche in Costa d'Avorio tramite l'interessamento di Giuseppe Gelardi (non indagato in questo procedimento), mafioso di Partinico catturato in Costa D'Avorio dove aveva vissuto parte della sua latitanza”, riporta la nota delle forze dell’ordine. Le agenzie di scommesse abusive sono più di settecento, sparse su tutto il territorio nazionale, con profitti quantificati nell’ordine di oltre un milione di euro mensili. Alcune di queste somme, tra i 300 e gli 800 mila euro l’anno, venivano poi distribuite all’organizzazione mafiosa.
Bacchi, noto come il 'Re delle slot machine', era riuscito a dare vita ad una rete commerciale basata su diversi livelli di responsabilità e, di conseguenza, proporzionali percentuali di distribuzione degli utili. La base era rappresentata dai singoli centri scommesse che erano coordinati dai vari agenti di zona (personal jokers) che, a loro volta, rispondevano del loro operato ai masters territoriali i quali, in ultimo, si relazionavano con i proprietari del sito. L'organizzazione, inoltre, oltre a persone legate a Cosa Nostra, si avvaleva dell'importante contributo di diverse figure professionali (consulenti tecnici, commercialisti, esperti di legislazione comunitaria). Alcuni di questi sono indagati per associazione a delinquere finalizzata alla produzione ed al traffico di stupefacenti.
La Polizia è riuscita in parte a ricostruire la movimentazione degli ingenti flussi di denaro provenienti dal gioco illecito e ponendo sotto sequestro beni immobili, società e conti correnti bancari intestati a Bacchi e di altri soggetti che lo avevano aiutato nell’attività di riciclaggio, dal valore di diversi milioni di euro.
Con la collaborazione delle Squadre Mobili territorialmente competenti, sono state chiuse e sequestrate più di 40 agenzie di scommesse operanti in tutto il territorio nazionale con il marchio di proprietà del citato imprenditore.
Il Gip ha ordinato, su richiesta della procura, il sequestro per equivalente dei beni (tra cui immobili, società, beni mobili ed altro) di Bacchi e del suo nucleo familiare fino alla concorrenza di più di 4 milioni di euro per i reati di riciclaggio e autoriciclaggio.
Con i proventi ricavati dalla rete di scommesse, Bacchi era riuscito a trovare nuovi canali di investimento per ripulire denaro e farlo rientrare nel tessuto economico legale. Da qui altri investimenti nel settore edile e su numerosi terreni. Aveva inoltre manifestato interesse per investimenti di notevole valore in varie categorie economiche, dall'acquisto di testate giornalistiche locali, all'import-export di petrolio fino alla progettazione di una futuristica batteria solare a ciclo continuo inesauribile.