Durante il convegno "Mafie e gioco d'azzardo. Misure di contrasto alla criminalità organizzata e proposte per l'offerta pubblica legale" il sociologo Maurizio Fiasco ha analizzato i dati del comparto dal 2006 al 2021 e il nuovo fenomeno del betting exchange
Si è tenuta a Roma, presso il Senato della Repubblica, la presentazione della Relazione conclusiva della Commissione bicamerale antimafia sul gioco d'azzardo, durante il convegno "Mafie e gioco d'azzardo. Misure di contrasto alla criminalità organizzata e proposte per l'offerta pubblica legale". A commentarla il sociologo Maurizio Fiasco, che ha fatto il punto sulla situazione del comparto in tutta Italia e nel mondo.
Il primo dato molto rilevante è legato all'aumento esponenziale delle puntate ai giochi legali dal 2006 ad oggi. Nei primi quattro anni si è passati dai 35,42 miliardi di euro ai 61,43 miliardi di euro, con un ulteriore salto dai 79,90 miliardi del 2011 ai 110,80 del 2021.
Al contempo, le quote assolute di ricavi erariali e di margini privati dei concessionari sono diminuite negli anni: dai 34,67 punti percentuali del 2006 ai 13,89 del 2021, passando da 12,22 miliardi del 2006 ai 16,72 miliardi del 2015, con un picco di 19 miliardi nel 2016 e una netta caduta nel biennio 2020-2021 della pandemia.
L'esperto ha osservato come vi sia stato un aumento nei primi dieci anni, con un picco proprio nel 2016, ma come sia poi sopraggiunto un decremento negli anni 2017-2018-2019. La soluzione a questo decremento sarebbe quella di aumentare la platea dei giocatori.
Negli ultimi vent'anni, inoltre, la distribuzione del gioco d'azzardo in concessione statale si è diffusa in maniera capillare, con 238.000 punti vendita nel 2017 fra tutte le tipologie disponibili, dalle installazioni nei bar ai punti specializzati. Dopo gli anni pandemici, invece, si sono registrate 254.000 unità di apparecchi automatici a moneta automatica distribuiti in 51.837 locali tra il 2020-2021. Soltanto le slot VLT hanno registrato, negli stessi anni, un incremento continuo fino al 2019 in cui sono state sfiorate le 58.000 unità, per poi scendere a 55.756 unità prima del lockdown, con la chiusura di 300 locali, dato che poi ha mantenuto la parabola discendente nel periodo post-pandemico.
Scommesse online: più diffuse al sud Italia
Per quanto riguarda le scommesse online, da un'analisi superficiale si potrebbe pensare che il record in cifre sia detenuto dal Nord Italia: dati alla mano, è questa infatti la zona con maggior sviluppo online e competenze informatiche. Secondo l'Istat, in Lombardia due persone su tre utilizzano con continuità e dimestichezza internet, mentre in Calabria e in Campania il dato non raggiunge il 50%, toccando il minimo col 43,3% in Sicilia.
Questa tendenza è però completamente in disaccordo quando però si parla di scommesse online: nonostante il divario in termini di alfabetizzazione informatica, è al Sud che si fanno più puntate a distanza.
Prescindendo dall'ampiezza demografica dei territori, la Campania supera del 20% la Lombardia nelle puntate online, nonostante sia abitata da una popolazione inferiore del 41,5%.
Secondo la Sogei, in Campania nel 2020 sono risultati attivi oltre 2 milioni e mezzo di conti di gioco online su 5 milioni e 850mila residenti, a differenza della Lombardia, dove i conti attivi scendono a 1.556.000 a fronte di una popolazione di circa 10 milioni di abitanti.
Anche nel confronto percentuale con la Sicilia, in forte difficoltà con le competenze online su tutto il territorio, la Lombardia perde posizioni invece riguardo al gioco d'azzardo tramite i casinò online italiani.
Ma non solo: anche Calabria e Puglia surclassano per conti di gioco le regioni del Nord, aggiungendo alla Lombardia anche Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. Stesse conferme, infine, anche per il giocato pro-capite, in quanto le regioni meridionali raggiungono numeri nettamente più alti rispetto all'Italia settentrionale. In Lombardia le puntate pro-capite sono infatti di 864 euro, mentre in Campania sono più del doppio, 1.663 euro.
Lo spettro del gioco d'azzardo illegale
Nell'analizzare i dati precedenti, Fiasco ha sottolineato come il trend possa essere correlato alla più facile accessibilità ai servizi digitali, che può aver agevolato la diffusione del gioco a distanza.
Ha ritenuto, però, necessario andare ancora più in profondità per comprendere se potessero esserci altri motivi nel divario così ampio tra nord e sud Italia. Nel momento in cui si correla una spesa pro capite molto alta a famiglie con reddito medio basso, si devono infatti considerare altri possibili fattori, come le infiltrazioni criminali nel mondo gambling. Nonostante quello del gioco pubblico sia uno dei settori più controllati, ci sono alcuni dati esterni da tenere in considerazione, fra cui quelli territoriali e sociali.
L'aggregazione dei reati di riciclaggio di denaro, di usura, di associazione per delinquere e di associazione mafiosa per ogni 100.000 abitanti colloca ai primi tre posti la Campania, la Calabria e la Puglia, che precedono la Lombardia per due posizioni.
Il Ministero dell'Economia, le Forze di polizia e l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli valutano costantemente quanto il gioco d'azzardo online possa essere e sia stato spesso in passato veicolo per infiltrazioni criminali. Anche il direttore della Uif della Banca d'Italia, Claudio Clemente, ha confermato che "nel periodo pandemico sono cresciuti i rischi e le anomalie collegati al gioco online, con un aumento del 67% delle segnalazioni sospette nel 2020 rispetto al 2019".
Il fenomeno del betting exchange
Un altro fenomeno emerso dal report è quello del Betting exchange, una nicchia di mercato in rapida ascesa che coinvolge scommettitori residenti in Italia o all'Estero, con un intreccio di somme di denaro molto alte.
Si tratta di una scommessa sportiva a quota fissa dove i giocatori possono rivestire il ruolo di scommettitore o di banco e il concessionario agisce come intermediario, unicamente mettendo in contatto i singoli scommettitori tramite la piattaforma in maniera peraltro anonima.
Tra il 2020 e il 2021 nel comparto del gioco d'azzardo online sono stati vinti 2 miliardi e 225,5 milioni di euro in questo segmento, con un introito troppo irrisorio da parte dell'Erario, a causa dell'aliquota irrisoria sui movimenti.
Fiasco ha precisato che nel betting exchange gli utenti godono di una bassissima aliquota di tassazione, con la possibilità di effettuare uno scambio di scommesse tra privati residenti all'estero e privati residenti in Italia, così come avvenuto nel 36,3% di casi nel 2021.
Un canale disponibile quindi per il trasferimento di importanti somme di denaro all'estero tramite una scommessa concordata, difficile da tracciare e che va assolutamente tenuta d'occhio dalle Forze dell'Ordine.
Fiasco ha infine sottolineato come sia stata registrata una notevole differenza da regione a regione per questo particolare tipo di scommesse tra privati. Il valore medio pro-capite nazionale del 2021 è pari a 23,43 euro, ma il dato per la Campania è di quasi il 60% superiore. Sopra la media anche Lazio, Marche e Basilicata. Inversione di tendenza invece, ancora una volta per il Nord Ovest e del Nord Est dell'Italia.