Il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato il Decreto Legislativo di riordino del gioco online. Si tratta di una svolta annunciata da tempo, ma che continua a generare perplessità tra gli addetti ai lavori. Di tutt'altro parere è il Governo che ritiene, invece, di aver dato una svolta legislativa importante ad un settore che da tempo chiedeva un riordino.
Concessioni di Gioco: i punti chiave del nuovo decreto
Il Decreto Legislativo sul gioco online presenta diversi punti che vale la pena analizzare. Senza dubbio uno degli aspetti di cui si discuteva da tempo è quello relativo al costo delle concessioni. Come anticipato mesi fa, il Governo ha posto a 7 milioni il costo delle concessioni del gioco. La durata delle suddette concessioni sarà di nove anni. Come si legge nel Decreto, rispetto alla legge 160/2019, l’importo delle concessioni è stato triplicato in linea con «l’andamento da record della raccolta del gioco a distanza che, fra il 2019 e il 2022, è cresciuto del 100% e che, nel 2023 crescerà di ulteriore 30% rispetto al 2019». Inoltre, in questo nuovo canone è compreso anche l'abolizione del numero massimo di concessioni rilasciabili.
Secondo quanto si legge nel documento, il Governo ha stimato che grazie al costo di queste concessioni verranno rilasciate circa 50 concessioni «con conseguenti versamenti all’Erario pari a circa 350 milioni di euro, di cui circa 200 milioni nell’anno 2024 e 150 milioni nel primo semestre dell’anno 2025».
Inoltre, è stato stanziato «il pagamento di un canone annuo di concessione determinato nella misura del 3% del margine netto del concessionario».
Il Decreto ha anche previsto una sorta di «via d'uscita» per quelle aziende che volessero concordare la scadenza anticipata della concessione e la relativa risoluzione consensuale della convenzione. Come si legge nel documento, in questo caso «è previsto e corrisposto un indennizzo a favore del concessionario da determinarsi secondi principi di ragionevolezza e proporzionalità in ragione del periodo residuo di durata della concessione non goduto».
Le ultime due norme servono, da un lato a tutelare l'Erario, assicurando la certezza del prelievo fiscale per l’intera durata della concessione, dall'altro concede una sorta di salvagente ai concessionari di Stato. Questa uscita sarà possibile «in caso di sopravvenuti mutamenti del quadro regolatorio di riferimento, di circostanze straordinarie e imprevedibili».
Il rischio, però, è quella di impoverire l'offerta di mercato, riducendo il numero di casinò online italiani con regolare licenza e bookmakers, causando una perdita significativa degli introiti dell'Erario per quel che riguarda la spesa del gioco.
Tutela dei giocatori online e lotta al gioco illegale
Un punto fondamentale del Decreto è quello che riguarda la tutela dei giocatori. Infatti, il Decreto istituisce «la Consulta permanente dei giochi pubblici ammessi in Italia, il cui fine principale è individuato nel monitoraggio dell'andamento delle attività di gioco, incluse quelle illecite e non autorizzate, e i relativi effetti sulla salute». Inoltre, sono stati anche individuati i criteri che devono essere rispettati dal concessionario per tutelare e proteggere il giocatore, prevenendo e contrastando il gioco patologico (come le misure di limitazione e autolimitazione del gioco e messaggi automatici circa la durata del gioco e i livelli di spesa) ed è stato stabilito che il concessionario debba investire «una somma pari allo 0,2% dei suoi ricavi netti, comunque non superiore a 1 milione di euro per anno, in campagne informative o iniziative di comunicazione responsabile».
Un'altra questione che il Decreto regolamenta è la lotta al gioco illegale. Il documento specifica che «con regolamento del Ministero dell’economia e delle finanze saranno stabilite le modalità per l'esclusione dell'offerta di gioco con vincita in denaro attraverso reti telematiche o di telecomunicazione effettuata da soggetti privi di concessione».
Spetterà all'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e alla Guardia di Finanza pubblicare le liste dei siti di offerta legale di gioco a distanza e quelle dei siti il cui accesso è inibito. Sarà infine prevista una sanzione amministrativa pecuniaria da 30.000 euro a 180.000 euro, in caso di violazione, «da parte degli operatori telefonici o dei prestatori di servizi di pagamento dell’obbligo di inibire l’uso, rispettivamente, delle reti telematiche e di telecomunicazione o dei servizi di pagamento imposto dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli».
L'ultimo punto che merita di essere evidenziato è quello in cui, viene previsto l’istituzione di un albo per la registrazione dei punti vendita ricariche, subordinato al pagamento di un importo annuale pari a 200 euro per il primo anno e a 150 euro per gli anni successivi. Secondo la stima fatta l'introito di questo canone dovrebbe essere pari, per il 2024 a 6 milioni di euro, mentre per il 2025 a 4,5 milioni di euro.
L'iter burocratico
Recentemente la Ragioneria generale dello Stato ha dato il suo nullaosta al decreto legislativo per il riordino del gioco online. Ciò significa che tra qualche giorno il Decreto Legislativo dovrebbe arrivare all'attenzione del Parlamento e della Conferenza unificata per ottenere, rispettivamente, i pareri delle Commissioni competenti in materia finanziaria di Camera e Senato e l’intesa delle Regioni.
Una volta completato anche questo passo, il Decreto potrà essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e, dunque, diventare operativo. Ci si avvia verso una svolta per il gioco online nei prossimi anni.