In Inghilterra pronta una nuova versione del Gambling Act del 2005 con il fine di proteggere milioni di utenti che quotidianamente usufruiscono dei servizi di gioco online, come bingo, casino, scommesse.
Mentre in Italia continua il dibattito sulla regolamentazione e il pressing della Regione Sicilia sul governo Renzi per emanare nel più breve tempo possibile il decreto necessario per completare il procedimento legislativo per l'istituzione di due casinò dal vivo a Taormina e Palermo, in Inghilterra la ‘sempreverde’ Regina Elisabetta ha dato l’assenso reale per modificare il Gambling Act del 2005. La variante al Licensing and Advertising che regola il gioco d’azzardo d’oltremanica fornirà una maggiore protezione e sicurezza ai milioni di utenti che quotidianamente usufruiscono dei servizi di gioco online, come bingo, casino, scommesse.
La Gambling Commission informa che “il gioco online sarà regolato in Gran Bretagna sulla base dei punti di consumo e che a tutti gli operatori, sia nazionali che esteri, sarà esplicitamente richiesto di ottenere una licenza alla GC così da poter offrire i propri prodotti ai consumatori britannici”. Un modello che sembra ripercorrere quello vigente in Italia dalla regolamentazione AAMS dei Monopoli di Stato attuata dal Governo Berlusconi nel 2011.
Allo stesso modo delle leggi europee di cooperazione contro il riciclaggio, gli operatori di gioco con sede all’estero dovranno costantemente informare la Gambling Commission su modelli di scommesse sospette, così da aiutare le autorità a combattere le attività illegali e la corruzione. Sarà loro inoltre chiesto di contribuire economicamente alla ricerca, educazione e trattamento dei problemi connessi al gioco nel Regno Unito, con una sorta di tassazione sugli introiti mensili. Anche in questo caso denotiamo la conformazione ai modelli vigenti nel nostro Paese, ove i principali operatori e portali dedicati stanno portando avanti campagne finalizzate al gioco responsabile per evitare l’insorgenza di fenomeni abominevoli di dipendenza come la ludopatia.
Ma a cosa servirà questa restrizione imposta dal governo britannico al gambling? In primo luogo, soprattutto nell’ambito delle scommesse sportive spesso soggette a combine al di là del canale di Dover, garantirà una protezione dei giocatori, assicurando che tutti gli operatori di gioco online siano soggetti a regole robuste e consistenti. Un passo decisamente aventi rispetto al passato che canalizzerà quasi l’85 percento del mercato del gioco online attualmente regolato all’estero all’interno della Gambling Commission, che supervisionerà tramite un team di esperti e un collegamento a elaboratori elettronici tutti i giochi d’azzardo online forniti a chi risiede in Gran Bretagna.
I parallelismi tra Italia e Gran Bretagna non finiscono qui. La Gambling Commission come l’Agenzia delle Dogane attuerà un’attività di inibizione di siti web irregolari, privi di licenza in Inghilterra e che offrono principalmente giochi da casinò online, poker e scommesse. I portali pirata andranno a finire nel calderone dei siti oscurati, la cosiddetta blacklist, che solo in Italia ha portato alla chiusura di quasi 5000 siti tra il 2006 e il 2013, bloccando un volume di due miliardi di potenziali visite.