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Videogiochi e azzardo: la sottile linea che preoccupa gli esperti

eSports, betting, loot box e gamification: tutti i temi trattati dal convegno della Regione Lombardia
Videogiochi e azzardo: la sottile linea che preoccupa gli esperti

Durante il convegno “Tutti in gioco – Strategie, Responsabilità, Politiche nella prevenzione e nel contrasto al GAP a 10 anni dalla L.r. 8/13”, organizzato dalla Regione Lombardia si è analizzata in particolar modo la complessa interazione tra il mondo dei videogiochi e quello del gioco d’azzardo, sottolineando come le opportunità di scommesse e le meccaniche di spesa per vincere stiano trasformando l’esperienza di gioco.

L'interazione tra azzardo e videogiochi

L'analisi tenutasi durante il convegno è partita dagli eSports. Questi ultimi, stanno ormai emergendo come un fenomeno di intrattenimento molto popolare, interconnettendosi anche con il settore del betting. Ad oggi, quasi tutti gli operatori di gioco regolamentati dall’ADM presentano una sezione apposita dove i giocatori possono puntare e vedere le statistiche di diversi eventi di eSports sia pre-match che live. Tutto ciò finisce per rendere gli eventi non solo più appassionanti, ma più interattivi.

La grande popolarità degli eSports tra i più giovani può spingere questi ultimi ad avvicinarsi al fenomeno del betting, una tendenza che desta preoccupazione tra gli organizzatori del Convegno per eventuali derive verso condotte di gioco problematiche.

A questo aspetto si lega anche il caso delle loot box, ovvero scatole premio inserite all'interno dei videogiochi. Queste ultime contengono oggetti virtuali e vengono riempite da un generatore casuale. Alcuni di questi oggetti procurano vantaggi per proseguire il gioco, come ad esempio, armi, cibo o medicine necessarie per la sopravvivenza del personaggio.

Il fenomeno delle loot box è talmente diffuso che ormai viene utilizzato non solo nei videogiochi, ma, ad esempio, anche nelle app di camminata, sempre più popolari tra il pubblico. Una delle app più in voga in questo momento è, ad esempio, WeWard che regala carte su determinarti percorsi stradali per aumentare le possibilità di ottenere premi.

Gli esperti del convegno sostengono che la possibilità di vincere oggetti rari o premi può creare una dipendenza simile a quella delle slot machine. In giochi dove bisogna spendere per ottenere questi premi, i giocatori possono arrivare a investire cifre considerevoli nella speranza di ottenere le ricompense desiderate. Per questo motivo i regolatori stanno iniziando a considerare l'eventualità di classificare le loot box  come forme di gioco d’azzardo.

Videogiochi, azzardo e social media

La relazione tra gaming e gambling è resa ancora più stretta dall'introduzione delle strategie di gamification nell'azzardo. Le grafiche più accattivanti, i sonori più coinvolgenti, le diverse opzioni di gioco e i relativi premi non fanno che aumentare la voglia di giocare d'azzardo.

Ad aumentare l'appeal di questo settore contribuiscono anche i social media. Le piattaforme, infatti, possono sponsorizzare giochi d'azzardo, fungendo da attrattiva soprattutto per i più giovani. Allo stesso modo, la condivisione di successi e vincite può incentivare il fenomeno dell'emulazione. Si può quindi affermare che la linea di confine tra gioco e azzardo è sempre più labile. Per questo risulta quanto mai fondamentale creare consapevolezza soprattutto tra i più giovani, delle dinamiche a cui questi giochi possono portare. Il ruolo delle famiglie e degli educatori da questo punto di vista risulta determinate per promuovere un approccio responsabile al gioco e alla scommessa.

Davide Luciani

Ruolo: Redattore

Giornalista pubblicista di origine abruzzese e Copywriter da oltre sette anni. Su GamingReport mi occupo di redigere articoli sul mercato del gambling nazionale e internazionale, oltre a recensire slot machine e casinò online. Collaboro anche con delle testate sportive come Sportcafe24.com e con La Legge per Tutti, portale di diritto legato all'informazione giuridica e alla consulenza legale, commerciale e fiscale.

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